Più o menopausa

Isterectomia totale: come affrontare il dopo?

La donna che subisce un intervento di isterectomia totale, cioè di rimozione dell’utero, lo fa solitamente per motivi seri, che compromettono la propria salute in maniera grave o limitano la sua quotidianità. La scelta di intervenire con la rimozione dell’utero non deve essere mai dettata dal consiglio di qualche conoscente o dalla lettura frettolosa di una rivista, perché non si tratta certo di un’operazione qualunque. Per riprendersi da questa operazione, inoltre, ci vuole il suo tempo; durante la guarigione l’importante è non perdere mai di vista il proprio benessere e la propria serenità, senza lasciarsi andare. Ogni sensazione nuova merita attenzione e niente va dato per scontato.

Il significato di isterectomia sta nell’etimologia della parola, che viene dal greco ektomé, che significa recisione, taglio e hystéra (ventre, utero). Ebbene sì, quando ci danno delle isteriche ci fanno notare che siamo donne, ma non prendiamocela troppo: la “colpa” è da far ricadere su Ippocrate – quindi a un bel po’ di tempo fa – che per primo fece quest’associazione.

L’intervento di isterectomia totale è mirato a rimuovere l’utero e il collo dell’utero per eliminare un problema all’apparato genitale femminile. Altri interventi possono prevedere anche la rimozione di una parte di vagina (isterectomia radicale) oppure l’eliminazione dell’utero conservando la cervice (isterectomia subtotale).

L’isterectomia totale viene suggerita in caso di:

Rimuovere l’utero ha conseguenze irreversibili, specialmente se avviene in contemporanea l’asportazione degli annessi, come le ovaie. Una volta rimosso, infatti, la donna non potrà avere gravidanze, ma l’operazione è necessaria se la patologie di cui soffre mettono la vita a rischio o ne compromettono la serenità. È per questo che la decisione di intervenire deve essere soppesata e ragionata insieme al proprio medico: anche se hai sentito una storia simile di un’amica o di una persona che conosci, non è detto che lo stesso trattamento vada bene per te.

Per quanto riguarda i sanguinamenti, l’isterectomia è raccomandata quando nessun trattamento farmacologico dimostra di funzionare e quando sono accompagnati da dolore intenso. Possono avere cause varie, ormonali e non, come appunto l’endometriosi, l’adenomiosi o la presenza di fibromi.

Il prolasso uterino, invece, è lo scivolamento dell’organo dalla sua sede fino al canale vaginale. Accade per indebolimento del pavimento pelvico, dovuto all’età, all’obesità o a un parto complesso.

Quali opzioni per l’isterectomia totale?

Le modalità di intervento per la rimozione dell’utero possono essere diverse e, in base all’approccio, cambiano i tempi di recupero dopo l’operazione. A decidere come intervenire è naturalmente il ginecologo in base alle problematiche e alla situazione specifica della paziente.

  • isterectomia totale addominale: tra le pratiche è la più invasiva, è effettuata con un taglio di qualche centimetro sull’addome. Di solito è impiegata per la rimozione di tumori o fibromi di grandi dimensioni
  • isterectomia totale laparoscopica: necessita solo di piccole incisioni sull’addome, quasi dei fori, quindi il tempo di recupero è più breve
  • isterectomia totale vaginale: l’intervento è breve e si effettua rimuovendo cervice e utero con un’incisione dal canale vaginale. Può essere sufficiente un’anestesia locale o l’epidurale.

Dopo un’isterectomia totale ci vuole pazienza e attenzione per riprendersi completamente. La convalescenza dopo la rimozione dell’utero è lunga, ma le condizioni di vita, una volta conclusa, saranno migliori, specialmente per quelle donne operate per disturbi invalidanti e dolorosi. Per riprendersi completamente dall’intervento di isterectomia, i tempi di recupero vanno dalle 4 settimane dell’operazione in laparoscopica alle 8 di quella addominale.

In seguito all’intervento, il ricovero in ospedale proseguirà per alcuni giorni, fino a 7 se la chirurgia è addominale. In base al tipo di procedura, la donna potrà avere un drenaggio addominale, un catetere vescicale per urinare e un tampone per evitare sanguinamenti vaginali. Dopo l’isterectomia totale è possibile provare dolore al basso ventre, sede dell’operazione. Nei primi giorni è normale, ma il dolore non va sottovalutato: chiedi aiuto ai professionisti sanitari che si stanno prendendo cura di te e, se necessario, ti somministreranno un antidolorifico.

Perdite dopo l’isterectomia

Con l’isterectomia totale, bisogna aspettarsi delle perdite vaginali e sanguinamento. Possono durare da pochi giorni a diverse settimane, anche se c’è da fare attenzione se dopo la sesta non sembrano cessare. In questo momento così delicato per la zona intima, gli assorbenti ipoallergenici in 100% cotone sono l’ideale per sentirsi asciutte senza irritazioni. Avverti il tuo medico se il flusso di sangue ti sembra parecchio intenso o se le perdite hanno un cattivo odore, perché potrebbe segnalare la presenza di un’infezione.

Cosa non fare dopo un’isterectomia totale

Prima di andare a casa, medici, infermieri e fisioterapisti ti spiegheranno come comportarti e ti diranno quello che puoi e non puoi fare per non correre rischi.

Dopo l’intervento di isterectomia totale, è bene evitare i lavori domestici più impegnativi e gli sforzi per almeno 4 settimane. Non vanno sollevati pesi di alcun tipo, dalla borsa della spesa a scatole e bambini da prendere in braccio. La pratica sportiva va rimandata, specialmente se comprende esercizi che coinvolgono l’addome; fa bene invece camminare fin da subito e nuotare, una volta chiuse le ferite.

Prima di tornare al lavoro, il medico valuterà che tipo di mansioni svolgete e, solo se non sono previsti compiti manuali, è possibile considerare l’idea di riprendere l’attività da dopo il primo mese in poi.

Attenzione anche a gesti apparentemente semplici, come guidare. Prima di mettersi in auto dovrebbe passare almeno un mese, con una valutazione del medico che verificherà se si è in grado di indossare la cintura e se si ha la forza di usare i pedali, anche all’improvviso.

Dopo l’operazione chirurgica bisognerà astenersi dall’attività sessuale per almeno 6 settimane, per dare il tempo al corpo di guarire. I rapporti sessuali dopo la rimozione dell’utero cambieranno, specialmente se l’intervento ha previsto la rimozione delle ovaie, che interrompe il rilascio di estrogeni e progesterone, ormoni femminili con un ruolo determinante nell’intimità. Le donne che vivevano l’orgasmo in maniera profonda, con il coinvolgimento dell’utero e le sue contrazioni, si accorgeranno che qualcosa è cambiato, ma non per questo sarà meno bello. Se l’isterectomia è stata effettuata per dolori e sanguinamenti, i rapporti con il partner con molta probabilità ne beneficeranno. Non temete comunque di insistere su questo aspetto con il vostro ginecologo: rimuovere l’utero per guarire da una malattia non deve voler dire smettere di essere e sentirsi donna. Può capitare di sentirsi depresse o nervose per questa situazione, così come possono comparire sintomi tipici della menopausa che bloccano l’intimità sotto le lenzuola: secchezza vaginale, calo della libido, dolore ai rapporti.

Eseguire un’isterectomia totale non è una passeggiata, ma se il medico specialista ha raggiunto con voi questa decisione è perché ragionevolmente era la migliore opzione per voi. Affrontate questo percorso con qualcuno al vostro fianco, se lo desiderate, e non abbiate mai paura di ammettere di aver bisogno.

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