Disturbi intimi

Endometriosi: definizione e sintomi

L'endometriosi è una patologia ginecologica poco conosciuta e complessa da diagnosticare a causa dei suoi sintomi. Ma non impossibile. Impariamo a conoscerla e non rassegniamoci a sopportare.

4 Luglio 2018

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L’endometriosi è una patologia ginecologica benigna complessa, cronica e poco conosciuta. Una cosiddetta “patologia invisibile”, perché difficile da diagnosticare e da vedere. Attenzione però, non rara. Solo in Italia colpisce circa 3 milioni di donne, con un’incidenza massima tra i 30 e i 40 anni, ma se ne parla ancora poco e molto spesso per regalarla a “normale dolore mestruale” o uno dei tanti capricci da donne che hanno il ciclo. Tuttavia non si tratta di essere capricciose, ma di avere una patologia. Impariamo a conoscerne i sintomi e non rassegniamoci a sopportare. La conoscenza e la consapevolezza della malattia sono il primo passo di cura dell’endometriosi. Ecco qualche informazione in più.

Cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una patologia ginecologica benigna causata dalla presenza anomala dell’endometrio, la mucosa che normalmente riveste solo la cavità uterina, all’esterno dell’utero. L’impianto anomalo dell’endometrio in sedi diverse da quello che dovrebbe essere il suo “habitat naturale” crea uno stato di infiammazione cronica. Questo perché il tessuto endometriale è estrogeno-dipendente, quindi ciclicamente (in base agli ormoni) si attiva e mima le mestruazioni: prolifera, sanguina e causa forti dolori pelvici cronici.

Esistono diversi “tipi” di endometriosi

L’endometriosi può svilupparsi in sedi diversi:

  • Nell’ovaio: è quella che viene chiamata endometriosi ovarica. Questa tipo di endometriosi, che è il più diffuso, provoca cisti endometriosiche, più o meno grandi (fino a 10 cm), che contengono sangue mestruale. Questo perché le cellule endometriali si comportano come se fossero nel loro habitat naturale, ovvero nell’utero.
  • Nel peritoneo pelvico: l’endometriosi peritoneale può svilupparsi nelle fossette ovariche, nel setto retto/vaginale, nei legamenti uterini, nella plica vescico/uterina, nel perioneo pelvico peri viscerale
  • Negli organi pelvici: endometriosi vescicale, endometriosi intestinale e endometriosi ureterale
  • In organi e tessuti extra-pelvici: in situazioni più rare, l’endometriosi extrapelvica può svilupparsi in organi al di fuori delle pelvi, come la pleura
  • Nello spessore della parete uterina: in questo caso si parla adenomiosi (endometriosi uterina).

Endometriosi: le cause

Ad oggi, non è ancora del tutto chiaro quali siano le cause di questa patologia. L’ipotesi più accreditata è quella della “mestruazione retrograda”. Durante la mestruazione, una parte del flusso sanguigno, invece che fluire verso l’esterno, refluirebbe verso l’interno attraverso le tube di Falloppio e verso le pelvi. Questo permetterebbe alle cellule endometriali di impiantarsi e proliferare. A regolare e influenzare questa proliferazione vi sono alterazioni immunologiche specifiche in parte geneticamente determinate che predispongono alcune donne e non altre a sviluppare la malattia. Vi sono inoltre alcuni fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare la patologia, come ad esempio: familiarità, menarca precoce, abuso di alcol e nulliparità (non aver mai partorito).

L’endometriosi è pericolosa?

L’endometriosi è classificata come una patologia ginecologica benigna. Per quanto definita come tale, si tratta comunque di una patologia cronica e invalidante che incide negativamente sulla qualità di vita delle donne che ne soffrono inficiando le attività quotidiane e le relazioni interpersonali. Oltre al forte dolore, sintomo per eccellenza di questa patologia, non sono da sottovalutare i risvolti psicologici che questa condizione potrebbe avere. Ansia, depressione e sindrome da affaticamento cronico possono essere alcuni di questi. C’è poi un’altra importante conseguenza: l’endometriosi, nei casi più gravi, può causare infertilità e difficolta di concepimento. Per questo diventa fondamentale ottenere una diagnosi il prima possibile e rivolgersi al medico se si avvertono i sintomi di cui ti parleremo tra un attimo. Sottolineiamo il “se”, perché non sempre questo avviene.

Endometriosi: i sintomi

Nel 20-25% dei casi l’endometriosi non dà sintomi e la diagnosi può essere occasionale in corso di un intervento chirurgico in laparoscopia eseguito di solito per infertilità. Quando sintomatica, l’endometriosi causa essenzialmente dolore. Il dolore è il sintomo emblematico dell’endometriosi e il primo campanello di allarme. Può trattarsi di dolore pelvico, dolore mestruale, dolore durante i rapporti, dolore durante l’evacuazione intestinale e dolore durante la minzione.

Dolore pelvico

Un dolore che interessa la parte inferiore del tronco, quindi la pancia dall’ombelico in giù. Il dolore pelvico può essere acuto, quando non dura più di 2/3 mesi, o cronico quando persiste per più di 6 mesi. Questo tipo di dolore è molto difficile da diagnosticare, perché potrebbe essere causata da numerosi disturbi.

Dolore mestruale

Il dolore inizialmente è presente durante il ciclo mestruale (dismenorrea) e spesso in pazienti che non avevano mai avuto mestruazioni dolorose: i sintomi iniziano qualche giorno prima del flusso e si accentuano verso la fine della mestruazione. Con l’avanzare della malattia il dolore diviene più forte e prolungato fino ad un dolore pelvico di tipo gravativo cronicamente presente e accentuato in corso di mestruazione. In caso di cisti ovariche la dismenorrea è severa e non responsiva ai comuni antidolorifici. L’intensità del dolore non è in rapporto all’estensione o alle dimensioni delle lesioni endometriosiche. Piccole formazioni (dette petecchiali) si sono rivelate più attive nella produzione di prostaglandine, le sostanze ritenute responsabili della maggior parte dei sintomi dell’endometriosi. Questo potrebbe spiegare la sintomatologia significativa che spesso accompagna la presenza di impianti piccoli.

Dispareunia

Il dolore durante i rapporti sessuali è presente nel 40% dei casi. Può dipendere da un processo infiammatorio mediato dalle prostaglandine, dalla presenza di aderenze provocate dalla malattia stessa, dal sanguinamento di questi focolai endometriosici ectopici che, sotto lo stimolo ormonale, tendono ad aumentare di volume nel tempo. Il tessuto ectopico lavora infatti come l’endometrio nella cavità uterina e risponde allo stimolo ormonale degli estrogeni proliferando e determinando un sanguinamento. Il sanguinamento interno, a sua volta, provoca infiammazioni croniche con la formazione di tessuto cicatriziale e aderenze.

Dolore durante l’evacuazione e la minzione

Il dolore durante la defecazione, che spesso è accompagnato dalla presenza di sangue nelle urine e nelle feci, è caratteristico dell’endometriosi del setto retto-vaginale e dell’endometriosi intestinale. Altre volte può essere presente dolore durante la minzione, sintomo tipico dell’endometriosi vescicale.

Altri sintomi dell’endometriosi

Al dolore, nelle sue mille sfaccettature, si possono accompagnare altri sintomi come:

  • Ciclo mestruale irregolare
  • Gonfiore addominale
  • Problematiche a livello intestinale (ad esempio alternanza di stitichezza e diarrea)
  • Nausea
  • Affaticamento
  • Difficolto di concepimento e infertilità

Endometriosi e gravidanza

Circa il 30-40% delle donne con endometriosi ha problemi di infertilità. L’infertilità dipende nella maggioranza dei casi dalla distorsione anatomica provocata dalla malattia per cui, negli stadi avanzati, le aderenze possono occludere e immobilizzare le tube provocando infertilità. Nei casi di endometriosi minima o lieve sembra che la ridotta fertilità possa dipendere da interferenze della malattia con lo sviluppo embrionario precoce, l’impianto, l’ovulazione, la fertilizzazione e il trasporto tubarico. Sembra inoltre che, nel liquido pelvico, a causa dell’endometriosi siano contenuti fattori in grado di influenzare la motilità degli spermatozoi e la fertilizzazione dell’ovocita. Inoltre il tasso di cicli anovulatori in pazienti affette da endometriosi è del 17-30%. Detto questo, l’endometriosi non rappresenta un ostacolo insormontabile alla maternità. Rispetto ad una donna che non soffre di endometriosi, le probabilità di rimanere incinta sono più basse, ma non nulle. Sicuramente una diagnosi precoce può fare la differenza.

Endometriosi – Ministero della Salute

Cos’è l’endometriosi e quali sono i sintomi? – Humanitas

Endometriosi: che cos’è e come si cura – Ospedale San Raffaele

Endometriosi: cause, sintomi e cura – GVM

Endometriosi e gravidanza: diventare mamme si può

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