Le proantocianidine sono sostanze naturali, note come polifenoli, che si ritrovano in varie specie botaniche, in particolare nei frutti, nei semi o nelle cortecce di alcune piante. Conosciute anche come PACs, sono un toccasana per il benessere delle vie urinarie e con le loro proprietà ci aiutano in particolare a contrastare la cistite.
Le proantocianidine si riscontrano:
Le proprietà delle proantocianidine sono davvero numerose. Le piante che le contengono utilizzano queste sostanze, note anche come tannini condensati, per difendersi da lesioni esterne che possono causare stress ossidativo, come i danni da clima, da parassiti, funghi o batteri. Con il loro sapore acuto risultano inoltre sgradite agli animali erbivori. Anche per noi le proantocianidine hanno diversi benefici, sono antiossidanti e antinfiammatorie, più in dettaglio:
C’è da dire che le proantocianidine si dividono in quelle con una struttura di tipo A (PAC A) e in quelle di tipo B (PAC B) e tra le due tipologie quella che riguarda il benessere intimo è la prima. Sono le proantocianidine A, infatti, le amiche delle donne, perché le più attive nei confronti dei disturbi delle vie urinarie, in particolare contro la cistite.
Circa l’85% delle infezioni alle vie urinarie è causato da Escherichia coli, un batterio comunemente presente nell’intestino, dove costituisce la naturale flora batterica. Nella donna, la mancanza della prostata con azione antibatterica e la stretta vicinanza tra ano e parte finale delle vie urinarie sono fattori che facilitano il passaggio di Escherichia coli dall’intestino verso la vescica. Ecco che allora compaiono i sintomi tipici e tanto temuti della cistite:
Una volta che il batterio ha preso purtroppo la strada sbagliata, comincia ad aderire alle pareti interne della vescica e delle vie urinarie grazie a delle ciglia, piccole estremità appiccicose presenti sulla superficie del patogeno. Trovato il suo spazio, Escherichia coli inizia a moltiplicarsi e a dare vita all’infezione ed è qui che entra in gioco tutta la forza delle proantocianidine, in particolare del mirtillo rosso.
Quando si parla di salute delle vie urinarie viene sempre nominato il cranberry, o mirtillo rosso, la bacca di una pianta americana che cresce nella parte nord-est del Paese e che oggi viene coltivata anche in Europa e sull’Appennino italiano. Come fa una bacca a favorire il benessere delle vie urinarie e a combattere la cistite?
Le proantocianidine A impediscono l’adesione batterica, la fase cruciale che dà inizio all’infezione. Lo fanno in tre modi:
Così facendo, i batteri restano liberi all’interno delle vie urinarie e vengono presto eliminati con la pipì.
Rispetto alle altre piante, da sempre il cranberry ha un elevato potere anti-adesivo grazie al suo contenuto di proantocianidine A, ma le sue proprietà derivano anche dal suo apporto di vitamina C: questa riesce a rendere più acida l’urina, che sarà così meno ospitale per l’indesiderato batterio.
Ora che abbiamo elencato tutte le proprietà benefiche delle proantocianidine A, come e quante dobbiamo assumerne per garantire una corretta funzionalità delle vie urinarie?
Il cranberry viene venduto sotto forma di succhi di frutta, marmellate, gelatine alimentari, infusi e tisane oppure come componente di integratori alimentari contro la cistite, realizzati con ingredienti di origine naturale. Ma attenzione, non tutti gli integratori sono uguali! Per la prevenzione dei disturbi come la cistite bisogna assumere almeno 36 milligrammi di proantocianidine A al giorno. In realtà, molti prodotti dichiarano sulla confezione di contenere 36 milligrammi di PAC, senza specificare se si tratta di PAC A o di PAC B, che invece non esercitano un effetto antiadesivo nei confronti dei batteri.
Per questo è importante, tra le varie offerte sul mercato, saper selezionare bene gli integratori alimentari con il giusto quantitativo di proantocianidine A, garantito dall’impiego in produzione di metodi analitici certificati, per essere sicuri di fare ogni giorno il pieno di sostanze giuste per rafforzare le difese delle vie urinarie. Molto utile è anche l’associazione con il D-mannosio, uno zucchero che non solo non ci danneggia e ha un indice glicemico molto basso, ma ci fa anche molto bene. In maniera simile alle proantocianidine, si lega ai filamenti di cui sono dotati i batteri; poi, a differenza di altri zuccheri semplici che assorbiamo nell’organismo, il D-mannosio viene espulso con l’urina. Insomma, ancora una volta la natura ci viene in aiuto e fa sì che le infezioni batteriche siano solo un “ricordo che non brucia più”.
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