Disturbi intimi

Infezioni urinarie e febbre

La febbre, come sperimentiamo fin da piccoli, è sempre un sintomo di qualcosa che non va nel nostro corpo. Un aumento della temperatura corporea che si associa alla condizione generale di infiammazione è la risposta del nostro sistema immunitario a un “attacco” da parte di virus e batteri che minacciano la nostra salute. Questo è un discorso che vale in generale per tutte le infezioni. Scopriamo in questo articolo le associazioni tra infezioni urinarie e febbre.

Una febbre improvvisa rende l’ambiente ostile per gli invasori, perché batteri e virus non riescono a sopravvivere alle alte temperature. Questa è la stessa ragione per cui si consiglia di cuocere a temperature piuttosto alte alcuni tipi di alimenti nei quali possono nascondersi batteri dannosi, come la carne di pollo o le uova. Lo stesso discorso vale per il lavaggio degli indumenti intimi che è importante fare a temperature di almeno 40° C.

Nel caso di infiammazioni dovute a cistiti e uretriti, i più comuni disturbi alle vie urinarie sia nei bambini che negli adulti, la febbre è uno dei sintomi riconoscibili insieme a:

  • Bruciore nell’atto di fare la pipì, talvolta vero e proprio dolore
  • Senso di peso, di tensione al basso ventre
  • Stimolo ad urinare molto frequente (pollachiuria) con caratteristiche di urgenza, ma seguito dall’emissione di poche gocce di urina
  • Tracce di sangue nelle urine (ematuria)
  • Urine torbide, dall’odore particolarmente pungente

 

La febbre associata a un‘infiammazione batterica acuta delle vie urinarie è più comune nei bambini e meno negli adulti. I piccoli, infatti, hanno un sistema immunitario che non si è del tutto formato e la loro reazione a un attacco infettivo è più forte di quella di un adulto, in cui gli anticorpi sanno già come intervenire in modo mirato e bilanciato. Quindi, un’infezione delle vie urinarie in un neonato o in un bambino provoca sicuramente febbre che può salire oltre i 38°C, ovvero la soglia oltre la quale si ritiene necessario assumere un antipiretico.

La febbre infatti aiuta a combattere le infezioni, ma per essere un’alleata del sistema immunitario, il corpo non deve superare una certa temperatura. Nella maggior parte dei casi la febbre è malvista e, anche quando non raggiunge alte temperature, si cerca subito di abbassarla, assumendo farmaci. È importante però sapere che il pericolo della febbre diventa reale solo quando il corpo raggiunge temperature molto alte, intorno ai 41°.

Parafrasando: la febbre non è una malattia, ma una reazione del corpo all’attacco di agenti patogeni. Non è un caso, infatti, che un innalzamento della temperatura venga indotto anche artificialmente per scopi terapeutici, per esempio nelle terapie utili a combattere i tumori, in particolare il melanoma. L’ipertermia aiuta infatti a intensificare le normali difese del sistema immunitario, anche contro le cellule tumorali.

 

Se è un adulto ad avere sintomi importanti di infiammazione interna come febbre alta, brividi, nausea e vomito e malessere generale, oltre ai problemi urinari specifici, allora è il caso di preoccuparsi.

Quando l’infezione interessa solo le basse vie urinarie, ovvero all’uretra che porta la pipì verso l’esterno e la vescica, difficilmente provoca febbre. Più comunemente si tratterà di febbricola, che non deve essere contrastata perché potrebbe ritardare il processo di guarigione.

Quando, invece, la febbre in un adulto sale oltre i 38,5°C ed è accompagnata da brividi, nausea e dolore alla zona lombare, allora è segnale che l’infezione sta arrivando alle alte vie urinarie, ovvero uretere e reni, e può diventare un problema serio. Altri segnali che devono spingere a chiamare il proprio medico sono uno stimolo continuo a fare pipì, presenza di gonfiore improvviso di viso, braccia e piedi e la presenza di molto sangue nelle urine. Se ciò accade, allora si parla di pielonefrite, un’infezione renale che va subito individuata e curata perché altrimenti potrebbe compromettere la capacità di questi organi di filtrare tossine e scarti e portare a insufficienza renale cronica.

 Una caratteristica delle infezioni alle basse vie urinarie, in particolare della cistite nelle donne, è la loro tendenza a ripresentarsi. Allora cistite e uretrite rischiano di diventare croniche! Gli antibiotici in questi casi servono a ben poco, se non a indebolire ulteriormente le difese immunitarie già poco reattive, che, al contrario, andrebbero rinforzate.

In caso di febbre persistente o alta insieme ad un disturbo delle vie urinarie, quindi, è importante rivolgersi al proprio medico con tempestività per sottoporsi a una urinocoltura, per identificare la causa dell’infezione e mettere subito a punto un‘adeguata terapia prima che l’infezione si estenda alle alte vie urinarie.

Anche quando la febbre diventa alta è giusto ricordarsi di non assumere farmaci con leggerezza: è sempre meglio consultare prima il medico, prima di ricorrere a soluzioni fai da te potenzialmente dannose. 

Nel caso di quelli che vengono riconosciuti come “soggetti a rischio”, quindi persone anziane, o con precedenti patologie, è meglio evitare gli eccessivi innalzamenti della temperatura e, se si nota che la febbre si alza è opportuno assumere del paracetamolo.

Il paracetamolo è molto usato per combattere la febbre, per il forte potere antipiretico, ma non va assunto con leggerezza perché, in dosi troppo elevate, rischia di danneggiare il fegato. Infatti, per chi soffre di patologie epatiche, l’uso è sconsigliato, al suo posto è meglio assumere l’aspirina, che ha comunque un potente effetto antipiretico e antinfiammatorio.

In ogni caso, dopo l’assunzione di farmaci per abbassare la febbre, un bagno d’acqua tiepida può essere utile alla diminuzione della temperatura corporea.

dina.pansini@corman.it

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