Universo Mamma

Contrazioni in gravidanza: come riconoscerle?

Se ci dicono contrazioni, tutte noi abbiamo più o meno un’idea di cosa sono. Nessuna di noi, però, può realmente sapere cosa significhi averne una fino a quando non l’ha provata per la prima volta. E una volta arrivata la prima, non è neanche così sicura che lo sia. Come faccio a capire se sono contrazioni o movimenti del bambino? Come mai ho le contrazioni se manca ancora così tanto alla data presunta? Quali sono le contrazioni “giuste” per andare in ospedale? Se sei una futura mamma che sta cercando di capirci qualcosa in più, questo articolo fa al caso tuo.

Nel corso della gravidanza il nostro utero subisce alcune trasformazioni necessarie a supportare la crescita, i movimenti e la nascita del bambino. Le contrazioni uterine sono dei movimenti muscolari involontari e fisiologici che avvengono all’interno dell’utero durante la gravidanza, al momento del parto e anche nella fase del post-parto. Non tutte le contrazioni sono uguali tra loro. Esistono diversi tipi di contrazioni, ognuna ha una propria funzione e può presentarsi in maniera diversa a seconda del momento della gravidanza in cui ci troviamo.

Così chiamate “in onore” del medico che per primo le scoprì, le contrazioni di Braxton Hicks o “false contrazioni” sono sostanzialmente delle contrazioni preparatorie di riscaldamento. Sono infatti il modo in cui il nostro utero si prepara al travaglio vero e proprio. Possono comparire a partire dal secondo trimestre di gravidanza, diventando via via più intense con l’avvicinarsi del grande momento. Non tutte le donne le avvertono, ma sono molto comuni e le sensazioni che possono suscitare possono essere diverse. Per alcune donne queste contrazioni sono simili ad un lieve crampo mestruale, altre invece percepiscono un indurimento dell’utero e dell’addome che va e viene. Molto spesso le contrazioni di Braxton Hicks possono essere interrotte semplicemente cambiando posizione, camminando se siamo state sedute a lungo o al contrario riposandoci se siamo state in movimento. A differenze delle “vere contrazioni”, le contrazioni di Braxton Hicks sono irregolari e imprevedibili. Non sono ravvicinate e la loro frequenza e durata non aumenta nel tempo.

La fase prodromica o fase latente è la prima fase del travaglio, quella in cui il nostro corpo e l’utero si preparano ad affrontare il momento della nascita. Per facilitare la discesa del bambino, il collo dell’utero subisce alcune importanti trasformazioni: si rammollisce, si accorcia e inizia a dilatarsi. Le contrazioni in questo momento fanno sì che avvengano due cose molto importanti prima che il bambino sia pronto a fare il suo “ingresso in società”: l’effusione e la dilatazione della cervice. Le contrazioni della fase prodromica sono irregolari. Potrebbero presentarsi solo in alcune ore della giornata in maniera fastidiosa, oppure “farci compagnia” per tutto il giorno. Solitamente, altre due eventi possono segnalarci che ci troviamo in questa fase: il primo è la perdita del tappo mucoso, una sostanza gelatinosa che si trova all‛interno del collo dell’utero e ha la funzione di proteggere e isolare il bambino durante la gravidanza, che si manifesta con perdite vaginali dense e biancastre con possibili striature rosate. II secondo è la rottura delle membrane, comunemente conosciuta come rottura delle acque, che si manifesta con una fuoriuscita di liquido caldo (il liquido amniotico) incolore e inodore.

È il momento di andare in ospedale?

In realtà non ancora. La rottura delle acque non indica necessariamente l’inizio del travaglio, che di solito comunque avviene nelle 24 ore successive, né è essenziale che le acque si rompano per entrare in travaglio. Non è possibile stabilire con certezza quanto durerà la fase prodromica, se alcune ore o addirittura alcuni giorni. Se le contrazioni non sono regolari o ravvicinate e non ci sono particolari segnali di allarme, non c’è motivo di partire sgommando verso l’ospedale.

Per gestire le contrazioni prodomiche:
  • Concentrati sulla respirazione: all’inizio della contrazione inspira attraverso il naso, trattieni per un paio di secondi ed espira attraverso la bocca. Continua così per tutta la durata della contrazione.
  • Muoviti: alterna fasi di riposo a brevi camminate. Oscilla e ondeggia il bacino e i fianchi per capire se ti aiuta ad alleviare il dolore e appoggiati a qualcosa o qualcuno durante la contrazione.
  • Fai un bagno caldo o una doccia: ti aiuterà a rilassare i muscoli, ridurre il dolore e alleviare la tensione.
  • Mangia poco e spesso: barrette energetiche, cioccolato, frutta. Niente che possa appesantire troppo lo stomaco.
  • Cerca di riposare: soprattutto quando le contrazioni si placano per recuperare energia.

La fase attiva del travaglio o fase dilatante ha inizio quando le contrazioni diventano più regolari, passando da una contrazione ogni 10 minuti, poi una contrazione ogni 5 minuti fino ad una ogni 2 minuti circa, e più durature (circa 60 secondi). Rispetto, alla fase precedente queste contrazioni risultano più forti e crescono di intensità. Il dolore arriva lentamente, raggiunge il suo picco irradiandosi fino alla zona lombare e poi decresce lentamente fino a sparire. Ci concede una pausa, sempre più breve perché man mano che il momento del parto si avvicina le contrazioni si presentano ogni 30-90 secondi, per ritornare con la contrazione successiva. Al contrario della fase prodromica, sentiremo le contrazioni partire dalla parte alta dell’utero, per poi diffondersi verso il basso. È il modo con cui il nostro utero spinge la testa del bambino verso il basso per fare in modo che raggiunga la dilatazione di 10 cm necessaria per partorire. Anche in questo caso, non possiamo stabilire con certezza quanto tempo ci vorrà: solitamente durante la prima gravidanza l’utero si dilata di 1 cm ogni ora, mentre il tutto diventa più veloce dalla seconda gravidanza in poi. Alla domanda “Ho le contrazioni. Quando devo andare in ospedale?” La risposta sarebbe “Ora”. Anche perché dopo la fase dilatante ci rimane solo una “piccolissima” cosa: la nascita.

Abbiamo raggiunto la dilatazione necessaria ed iniziamo ad avvertire un impellente bisogno di spingere. Siamo arrivate nella fase espulsiva, quella del parto. In realtà prima di iniziare a sentire il premito, che è proprio la necessità di spingere, potrebbe esserci una fase di transizione, detta “di latenza”, in cui tutto si ferma per circa mezz’oretta. Come se qualcuno avesse schiacciato il tasto “freeze”. Questa pausa fisiologica è fondamentale ed è importare non provare ad affrettare i tempi, perché serve ai nostri tessuti per adattarsi al passaggio del bambino. E poi ad un certo punto, la pausa si stoppa ed è il momento di lavorare in tandem con le contrazioni uterine per aiutare il bambino ad uscire finalmente fuori. Quando la contrazione arriva all’apice noi spingiamo, e tra una contrazione e l’altra riprendiamo fiato. La testolina del bimbo scenderà lentamente, fino a che sbucherà fuori dall’apertura vaginale. A quel punto l’ultimo sforzo: due o tre spinte per stimolare l’uscita.

Le contrazioni uterine o morsi uterini post-parto hanno la funzione di aiutare l’utero nel processo di ritorno alla normalità, conosciuto con il nome di “involuzione uterina”. Si tratta di una serie di contrazioni intermittenti, in alcuni casi molto forti e dolorose quasi come se fossero crampi mestruali. Si presentano tipicamente insieme alle lochiazioni, perdite di sangue attraverso le quali vengono espulsi gli ultimi frammenti di decidua, il tessuto che ha rivestito il nostro utero negli scorsi 9 mesi. Nelle prime settimane sono normalmente molto abbondanti, di coloro rosso scuro, simile al flusso mestruale. Non dobbiamo però scambiarle per il capoparto, il ritorno vero e proprio delle mestruazioni. Le lochiazioni sono perdite fisiologiche che fanno parte del processo di riparazione dell’utero e di solito si risolvono spontaneamente quando l’utero si è ristabilito del tutto. Sicuramente in questo periodo sarebbe bene prestare una particolare attenzione alla nostra igiene intima, ricordandosi di cambiare spesso l’assorbente post-parto. Meglio se un assorbente in 100% cotone, come i nostri assorbenti Lady Presteril, così sei al riparo da allergie e irritazioni e sei libera di fare la mamma in santa pace.

dina.pansini@corman.it

Recent Posts

Cistite interstiziale: cos’è e come si cura

La cistite interstiziale è una patologia cronica rara altamente complessa che colpisce soprattutto le donne.…

1 anno ago

Fibromialgia: sintomi e cura

La fibromialgia è caratterizzata da dolore generalizzato. È una patologia piuttosto diffusa ma spesso sotto…

1 anno ago

Ciclo anovulatorio: quando e perché si può avere il ciclo senza ovulazione

Il ciclo anovulatorio è una condizione fisiologica in alcuni momenti della vita di una donna,…

1 anno ago

SOS eritema solare: 5 rimedi naturali

Dall'aloe alla camomilla. Ecco alcuni semplici rimedi casalinghi che possono aiutarci ad alleviare i sintomi…

1 anno ago

Prolattina alta nelle donne: quando preoccuparsi?

La prolattina alta, o iperprolattinemia, è una condizione fisiologica in specifiche fasi della nostra vita,…

1 anno ago

Mal di testa da ciclo: cause e rimedi

Si stima che circa 5 milioni di donne in Italia soffrano di mal di testa…

2 anni ago