Il diabete mellito è una malattia metabolica caratterizzata dalla presenza di livelli eccessivi di zuccheri nel sangue, una condizione nota come iperglicemia. Gli zuccheri sono la principale fonte di carburante per il nostro organismo e provengono da quello che mangiamo. Generalmente, una volta che il nostro corpo ha scomposto il cibo, il glucosio entra nel flusso sanguigno e grazie all’azione dell’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, viene prelevato dalle cellule, che ne hanno bisogno per ricavare energie. In una persona che soffre di diabete, questo meccanismo si inceppa: se il diabete è di tipo 1, una tipologia che di solito colpisce bambini e adolescenti, la produzione di insulina da parte del pancreas non avviene; se invece è di tipo 2, come la stragrande maggioranza dei casi, il pancreas produce l’insulina, ma le cellule non riescono ad utilizzarla nel modo corretto perché sviluppano una condizione di insulino-resistenza.
Molti definiscono il diabete come una malattia “subdola”, perché l’iperglicemia può rimanere silente, senza dare né segni né sintomi, anche per molti anni. Soprattutto quando si tratta di diabete di tipo 2, i sintomi spesso si sviluppano lentamente e possono essere talmente lievi, che è difficile rendersene conto ed accorgersi della sua presenza rapidamente.
I classici sintomi che si manifestano sono:
Le infezioni urinarie sono una dei sintomi e delle complicanze meno conosciuti e più trascurati del diabete. La costante presenza di valori troppo elevati di glicemia indebolisce i nostri globuli bianchi esponendo il nostro organismo ad un rischio maggiore di contrarre infezioni, che spesso prendono di mira il benessere delle nostre vie urinarie. Questo succede perché la perdita di glucosio nelle urine, in gergo tecnico glicosuria, favorisce il proliferare dei batteri, come l’escherichiacoli, o di funghi, come la candida, che con gli ambienti ricchi di zuccheri ci vanno a nozze, che iniziano ad aumentare di numero e di vigore infettando gli organi con i quali entrano in contatto. Così la nostra pipì ricca di zuccheri ci espone ad un rischio maggiore di contrarre vaginiti e vulviti, ma anche cistiti ricorrenti, che possono manifestarsi con i classici sintomi che conosciamo –bruciore, frequente stimolo ad urinare, dolore- oppure sottoforma di batteruria asintomatica, ovvero senza la comparsa di alcun sintomo. Ma purtroppo, non è finita qui: se non curata in tempo, la cistite potrebbe risalire fino alle alte vie urinarie, arrivando a coinvolgere i reni, già fortemente sotto stress perché l’iperglicemia ne danneggia il funzionamento. In questo caso non si tratterebbe più di cistite, ma di pielonefrite, un’infiammazione che può dare origine ad alcune complicazioni piuttosto gravi e che generalmente si manifesta con febbre molto alta, dolori lombari e malessere generale.
Evitare spiacevoli e pericolose complicazioni al nostro apparato urinario è sicuramente di fondamentale importanza, anche e soprattutto se soffriamo di diabete. Per prevenire infezioni del nostro tratto urinario, innanzitutto sarebbe utile non aspettare di intervenire solo una volta che l’infezione è evidente, ma agire d’anticipo tenendo sotto controllo la presenza o meno di batteri nelle nostre urine tramite un’urinocoltura almeno ogni sei mesi. È un esame che può tranquillamente prescriverci il nostro medico di famiglia e che non richiede alcuna preparazione in particolare: ci basterà andare in farmacia, acquistare un apposito contenitore sterile per le urine, raccogliere al suo interno la prima pipì del mattino, ne sarà sufficiente una piccola quantità, e portarlo al laboratorio di analisi più vicino nel più breve tempo possibile. Oltre a questo, è possibile adottare altri piccoli ma importanti accorgimenti:
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