Il tumore al seno ha il triste primato di essere quello che più colpisce le donne, con numeri che parlano di una donna su otto a fare i conti con questa malattia. Sebbene sia una patologia importante e impegnativa da affrontare, oggi la prevenzione gioca un ruolo importantissimo e scoprire in maniera precoce un tumore può incrementare le possibilità di sopravvivenza. Prima ci si accorge che qualcosa non va, prima infatti si può intervenire con le giuste cure.
Tra gli esami e le attività di prevenzione c’è l’autopalpazione del seno, un test semplice che la donna può eseguire anche in autonomia e senza l’utilizzo di particolari strumenti.
Va da sé che nessuna attività fai da te può sostituire quella di prevenzione eseguita da medici specialisti, che è importante prendere l’abitudine di programmare almeno una volta l’anno, in assenza di altre complicazioni e patologie. In questo articolo vogliamo darti comunque delle indicazioni utili sull’autopalpazione del seno, da fare sempre in associazione a quella eseguita dal ginecologo o da altri specialisti.
L’autopalpazione del seno si fa per individuare dei cambiamenti nella conformazione delle mammelle: presenza di noduli, gonfiori, ma anche secrezioni che non dovrebbero esserci o lacerazioni di dubbia natura.
L’abitudine all’autopalpazione del seno dovrebbe iniziare molto presto, a circa 20 anni, per poi diventare un rituale sempre più consolidato in fasce di età più avanzate, quando si aggiungono anche esami diagnostici come la mammografia.
Da giovani il test può essere ripetuto una volta al mese e andrebbe effettuato sempre nello stesso periodo del ciclo mestruale, in particolare nel momento in cui il seno è più morbido, meno teso e più malleabile. In questo modo si evitano anche ansie inutili: è più probabile sentire dei punti più duri o doloranti subito prima delle mestruazioni, per esempio. Il momento migliore per fare l’autopalpazione del seno è dunque una settimana dopo la fine del flusso mestruale. Questa raccomandazione decade una volta che la donna entra in menopausa, quando gli ormoni non hanno più alcuna influenza ciclica sulla conformazione del seno ma il rischio di sviluppare un tumore cresce. Per questo, oltre all’autopalpazione vanno aggiunti l’ecografia e la mammografia, seguendo con attenzione i programmi di screening proposti dalle ASL.
Prima di passare all’autopalpazione esiste un momento altrettanto importante per la prevenzione. Osservare il proprio corpo in maniera ciclica, infatti, permette di scorgere anche piccoli cambiamenti di cui altrimenti non ci saremmo accorte.
La fase di osservazione delle mammelle si può svolgere dopo la doccia, per esempio, ponendosi davanti a uno specchio che ci garantisca una buona visuale. Si guardano quindi i seni nel loro insieme: nota se sono gonfi in modo inusuale, se presentano delle rientranze o dei bozzi e se la pelle mostra dei cambiamenti, come grinze o rilievi. Passa poi a osservare i capezzoli: controlla se ci sono arrossamenti e con la mano percepisci se ci sono zone più calde di altre, poi fai attenzione a lacerazioni, avvallamenti o sporgenze. Prendi un capezzolo per volta tra le dita e premi per verificare che non secerna liquidi chiari o sangue. Alzando le braccia controlla anche le ascelle e l’area circostante: qui risiedono infatti alcuni linfonodi che potrebbero ingrossarsi ed essere dunque percepiti a occhio nudo o con la palpazione. Sempre a braccia alzate, guarda ancora le mammelle e osserva se rispetto a prima hanno qualcosa di diverso.
Una volta eseguita scrupolosamente la fase di osservazione si può passare all’autopalpazione del seno vera e propria. La posizione migliore per effettuarla è da sdraiate, perché è possibile percepire variazioni più in profondità. Con la palpazione si cercano in particolari i noduli e gli addensamenti: ripetere mensilmente questi gesti permette di cogliere eventuali mutamenti rispetto al periodo precedente. Inizia quindi prima con un seno poi con l’altro, utilizzando la mano opposta: il primo movimento da eseguire è un movimento circolare, premendo con la mano il seno contro il torace, prima sulla parte più esterna e poi sempre più vicino al capezzolo, raggiungendo il centro. In un secondo momento, prosegui palpando dall’alto in basso, coprendo tutta la superficie della mammella, poi in senso radiale, dall’esterno verso l’interno. Controlla con la pressione delle dita anche le ascelle e percepisci eventuali rigonfiamenti.
Un nodulo non è necessariamente segno di un tumore al seno: le mammelle possono presentare per loro natura, specialmente in giovane età, addensamenti e noduli. Quello a cui devi fare attenzione sono i cambiamenti rispetto all’osservazione effettuata in un momento precedente e la percezione del nodulo: questo deve infatti essere morbido e muoversi sotto le dita; c’è da fare più attenzione quando invece lo si percepisce duro e fisso.
Una donna da sola, anche se preparata e scrupolosa, non può fare una diagnosi di presenza di noduli, né tantomeno di tumore al seno. Per questo quando all’autopalpazione intuisci che qualcosa non va devi recarti dal tuo medico e seguire i suoi consigli sul da farsi. Ciò non significa che ogni nodulo deve spaventarti: anzi, ci sono tanti motivi che possono portare a percepirli, come i fibroadenomi, le cisti o la mastopatia fibrocistica.
L’autopalpazione del seno è quindi uno strumento semplice ma fondamentale per la diagnosi precoce del tumore alla mammella. In aggiunta, esistono abitudini che contribuiscono a prevenire l’insorgenza del cancro e che andrebbero seguite anche per scongiurare il rischio di altri tipi di tumore.
Uno stile di vita sano è fatto di comportamenti che limitano quei fattori che aumentano la possibilità di sviluppare un tumore:
Infine, è bene eseguire gli esami giusti al momento giusto: per ogni età e per ogni storia personale esistono visite ed esami diagnostici utili a diagnosticare precocemente il tumore al seno. La visita senologica, l’ecografia mammaria e la mammografia, ma anche specifici test genetici in caso di familiarità sono tutti elementi di fondamentale importanza per la salute della donna.
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