Universo Mamma
Perdite in gravidanza: quando preoccuparsi
Le perdite in gravidanza non sempre sono il segnale di un problema serio, come un distacco di placenta. Scopri di cos’altro potrebbe trattarsi.
Le perdite in gravidanza mandano nel panico qualunque futura mamma. In generale una donna incinta fa bene a non sottovalutare una situazione anomala che si verifica durante i 9 mesi. Ci riferiamo ad esempio al diabete gestazionale, alla lunghezza del collo dell’utero, a infezioni come la toxoplasmosi e, appunto, alle perdite ematiche in gravidanza. Qualche piccola perdita di sangue però non deve subito allarmarci: è importante fare una distinzione in base al periodo in cui si verificano (1°, 2° o 3° trimestre) e al colore che le contraddistingue. Approfondiamo quindi insieme tutte le dinamiche legate alle perdite in gravidanza.
Perdite da impianto in gravidanza
Nel primo trimestre di gravidanza e, più precisamente, pochi giorni dopo il concepimento, possono verificarsi perdite rosse definite anche come false mestruazioni. Si tratta delle perdite da impianto: se c’è stata la fecondazione, l’embrione si sposta dalla tuba fino all’utero e, dopo circa una settimana, si verifica l’impianto dell’embrione nella parete uterina. Proprio in questo momento si possono verificare delle perdite rosate o marroncine che talvolta possono essere scambiate per principio di flusso mestruale, anche se sono più scarse e leggere e durano circa un giorno. Molte donne nemmeno si accorgono di averle avute tanto sono brevi e leggere! Sono perdite che non devono spaventare la futura mamma, poiché del tutto normali, al contrario di quelle legate a una minaccia di aborto che invece si verificano più tardi, sono rosso vivo e più abbondanti.
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Perdite trasparenti in gravidanza
Perdite trasparenti o biancastre possono manifestarsi fin dalle prime settimane e durare per tutto il corso della gravidanza. L’aumento delle secrezioni vaginali in gravidanza, causato da ragioni ormonali, è un fenomeno del tutto naturale che prende il nome di leucorrea gravidica. Queste perdite fisiologiche hanno delle caratteristiche molto precise: sono trasparenti, acquose e inodore. Non devono allarmare la futura mamma, così come non deve allarmare la loro assenza. Infatti, non è detto che tutte le donne le sperimentino o che per tutte si manifestino nello stesso modo. È importante sapere che qualora si presentino, sono innocue e non è necessario intervenire in alcun modo. Vanno semplicemente “sopportate”. Per ovviare al disagio che creano, si consiglia di cambiare spesso gli slip o di usare dei salvaslip in cotone traspiranti che non causino allergie o irritazioni. Si sconsiglia invece l’uso di lavande vaginali che potrebbero compromettere l’equilibrio della flora batterica vaginale.
Perdite bianche e gialle in gravidanza
Se le perdite assumono caratteristiche diverse rispetto a quelle appena elencate, per esempio si presentano tendenti al giallo o al verde, oppure bianche e più dense (con una consistenza simile a ricotta), maleodoranti e se causano anche pruriti e fastidi, allora è opportuno approfondire con il ginecologo poiché potrebbero essere un segnale di un’infezione vaginale da curare il prima possibile. Se non si interviene in maniera mirata, le infezioni vaginali potrebbero risalire verso l’utero arrivando a provocare una rottura prematura delle membrane. Per questo richiedere il consulto di uno specialista è davvero fondamentale, soprattutto in gravidanza, ma non solo.
Perdite rosso vivo nel 1° trimestre
Questo tipo di perdita deve destare un po’ di preoccupazioni, soprattutto se accompagnate da dolori al basso ventre o alla schiena, poiché potrebbero essere un segnale di:
- Minaccia di aborto: si manifesta con perdite ematiche vaginali più o meno abbondanti che possono essere accompagnate da dolori addominali e lombari.
- Aborto spontaneo: questa condizione, che purtroppo è molto più diffusa di quanto si creda, tende a verificarsi nella maggior parte dei casi durante il primo trimestre di gravidanza. Per questo è una delle principali preoccupazioni quando le perdite si manifestano in questo lasso di tempo. È spesso accompagnato da perdite più copiose che si protraggono per alcuni giorni e da contrazioni uterine, ma può anche essere silente senza manifestare alcun segnale.
- Gravidanza extrauterina: si verifica quando l’ovulo fecondato si impianta al di fuori della cavità uterina, di solito in una delle tube di Falloppio. In questa situazione le perdite ematiche sono molto frequenti e sono spesso l’unico “sintomo”. La maggior parte delle gravidanze extrauterine si interrompono con un aborto spontaneo entro le 4 settimane. In altri casi sarà necessario intervenire con farmaci o tramite intervento chirurgico.
- Gravidanza molare: è una condizione molto rara in cui il tessuto, che normalmente nelle prime fasi circonda l’ovulo fecondato, cresce in modo anomalo e molto velocemente impedendo il regolare sviluppo dell’embrione.
- Infezioni di vario genere: infezioni della cervice, della vagina e a trasmissione sessuale (come Clamidia, Gonorrea e Herpes genitale) possono causare perdite ematiche.
Perdite nel 2° e 3° trimestre
Se le perdite si verificano durante il 2° e 3° trimestre di gravidanza, nella maggior parte dei casi sono legate alla placenta. Nello specifico possono essere un segnale di:
- distacco della placenta dalle pareti dell’utero: il sanguinamento in questo caso è direttamente proporzionale all’entità del distacco. Se coinvolge un’area limitata, la gravidanza solitamente procede senza ripercussioni sul feto, se invece è più estesa allora è fondamentale proteggere la salute della futura mamma e del feto.
- placenta previa: si tratta della situazione in cui l’impianto della placenta non si verifichi nella parte superiore dell’utero, ma in quella inferiore ostruendo del tutto o in parte l’apertura del canale cervicale dal quale passa il feto durante il parto. Il sanguinamento sarà generato da uno scollamento della placenta: in pratica nel corso della gravidanza l’utero si espande; la placenta invece, essendo caratterizzata da un tessuto inelastico, non potrà adeguarsi a questa espansione e potrà staccarsi. Ecco perché le perdite si verificano soltanto nell’ultima parte della gravidanza e, una volta diagnosticata, si renderà opportuno fissare la data del parto cesareo.
A gravidanza inoltrata, alcuni giorni o settimane prima del grande giorno, è possibile che alcune perdite ematiche si presentino in occasione della perdita del tappo mucoso. Se invece le perdite si verificano prima della 37° settimana, magari accompagnate da altri sintomi tipici del travaglio, sarà opportuno contattare subito il proprio medico perché potrebbe trattarsi di travaglio pretermine.
Perdite rosa, marroni o rosso scuro in gravidanza
È possibile che durante la gravidanza si verifichino degli episodi di spotting legate a oscillazioni ormonali, a rapporti sessuali oppure a pap test o visite ginecologiche. In particolare, durante il primo trimestre, piccole perdite di colore rosso scuro, tendenti al marroncino, potrebbero essere dovute alla rottura di qualche capillare, mentre perdite rosa potrebbero essere legate all’installazione dell’impianto. Se sono leggere e passeggere, non c’è da preoccuparsi; in caso contrario è sempre opportuno consultare il ginecologo.
Cosa fare in caso di perdite in gravidanza
Come abbiamo visto le perdite vaginali in gravidanza possono avere cause molto diverse, che non per forza devono destare preoccupazione per la mamma e il suo bambino. Se si verificano delle perdite di colore rosso, accompagnate anche da dolori, come abbiamo visto è importante consultare il medico o recarsi direttamente al pronto soccorso poiché potrebbero essere un segnale di minaccia di aborto o di placenta previa. È inoltre sconsigliato utilizzare assorbenti interni, avere rapporti sessuali e assumere qualsiasi tipo di farmaco prima di aver consultato uno specialista. In linea generale, le perdite di sangue non vanno mai trascurate, anche in assenza di dolori: nella maggior parte dei casi non hanno risvolti negativi, ma è sempre meglio fugare ogni dubbio con un controllo.
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