Disturbi intimi

Clamidia: tutto quello che c’è da sapere

Come si prende questa fastidiosa infezione e cosa fare per prevenirla

Come tutte le malattie sessualmente trasmissibili, la clamidia può avere conseguenze anche gravi, tanto da compromettere persino la fertilità. Spesso è asintomatica, per questo sono importanti controlli regolari, ma soprattutto la prevenzione, come sempre l’arma più potente.

Cos’è la clamidia

La clamidia è un’infezione che viene trasmessa all’organismo da un batterio, il Clamydia trachomatis, attraverso i rapporti sessuali non protetti, inclusi quelli orali o anali. All’inizio è quasi sempre asintomatica, ma quando si manifesta lo fa con problemi che affliggono l’area genitale e causano difficoltà a urinare. Sebbene più diffusa tra le donne, anche gli uomini possono esserne colpiti.

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Come si prende la clamidia

Il batterio della clamidia viene trasmesso per via sessuale, in particolare attraverso rapporti penetrativi vaginali o anali, ma anche il sesso orale può portare all’infezione, tanto che questa infezione può colpire la gola, così come il retto. I neonati, poi, possono contrarre la clamidia dalla madre che la trasmette al piccolo nel momento del parto: il bambino può sviluppare nella metà circa dei casi una congiuntivite o addirittura una polmonite, anche se con una percentuale minore di probabilità. Alcuni fattori mettono maggiormente le donne a rischio di contrarre la clamidia: al primo posto naturalmente i rapporti sessuali non protetti, ovvero senza l’uso di un contraccettivo di barriera come il preservativo. Il rischio, come forse intuisci, aumenta se questi rapporti si hanno con partner multipli e occasionali.

Come si manifesta la clamidia

Nella maggior parte dei casi la clamidia non dà alcun sintomo, in particolare nelle donne, che non registrano segni evidenti di infezione in circa l’80% delle volte: in pratica, puoi averla senza averne idea. Questo significa che la clamidia può provocare conseguenze anche serie prima che ci se ne renda conto.

Quando provoca dei sintomi, la clamidia si manifesta principalmente con problemi che affliggono l’apparato riproduttore, ma se questa è stata contratta per altre vie possono presentarsi sintomi anche a carico dell’ultimo tratto dell’intestino o della gola, per esempio con una faringite. Sostanzialmente, si manifesta proprio lì da dove è iniziata.

Tra i suoi principali effetti nella donna, la clamidia provoca:

  • dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia)
  • dolore e bruciore quando si urina, talvolta con presenza di pus
  • ingrossamento dei linfonodi inguinali
  • perdite vaginali di muco e/o sangue, anche fuori dal periodo mestruale
  • prurito e irritazione dei genitali, che appaiono arrossati
  • talvolta congiuntivite; faringiti; sanguinamento e altre perdite anali

I primi sintomi di clamidia si presentano solitamente dopo 1-3 settimane dal contagio.

Possibili conseguenze della clamidia

Trascurare la clamidia, così come ogni altra infezione, seppur asintomatica, può generare conseguenze anche irreversibili. Tra l’1 e il 30% delle donne con clamidia non curata manifesta la MIP, la malattia infiammatoria pelvica, un’infezione che colpisce l’utero, le tube di Falloppio e il peritoneo, portando in 10 casi su 100 alla sterilità della donna, ma anche a un aumentato rischio di parti prematuri o gravidanze extrauterine. Tra le complicanze della clamidia c’è anche l’artrite reattiva (più rara), che colpisce le articolazioni, ma porta anche congiuntiviti e uretriti. In generale, l’infezione da clamidia, se progredisce, aumenta la possibilità di un aggravamento dei sintomi: il dolore, ma anche febbre e infiammazioni che si estendono ad altri organi.

Clamidia: come si diagnostica?

La prima buona notizia è che la diagnosi non è difficile. La presenza della clamidia, infatti, viene attestata grazie all’analisi in laboratorio di un campione raccolto con un tampone: questo può essere vaginale, ma anche anale. Un test analogo può essere eseguito anche sulle urine.

Clamidia: come curarla

La seconda buona notizia è che la clamidia è curabile e farlo è molto importante, perché abbiamo visto che può essere pericolosa per le possibili complicazioni. Innanzitutto, una volta accertata l’infezione da clamidia, è bene che anche i partner vengano sottoposti all’esame e che ci si astenga da rapporti sessuali fino alla guarigione. La cura solitamente è a base di antibiotici specifici, come l’azitromicina o la doxiciclina, che saranno prescritti dal medico, che definirà anche tempi e modalità di assunzione. Per favorire la guarigione e proteggere il canale vaginale da altri microbi, è possibile applicare localmente dei prodotti lenitivi ed emollienti, come Florgel, capace di ripristinare la salute dei tessuti e di nutrire a fondo l’epidermide. Questa soluzione è particolarmente indicata per le vaginiti e vaginosi batteriche, in quanto contribuisce a riequilibrare il pH vaginale, che, quando messo alla prova, riduce i batteri “buoni” e aumenta in generale il rischio di infezioni. La formulazione con acido ialuronico, inoltre, attenua i sintomi come il prurito, il bruciore e le perdite. Per non irritare ulteriormente la vulva, infine, si possono scegliere degli assorbenti in cotone biologico, che sono pensati per ridurre gli eritemi durante la fase mestruale.

Prevenire la clamidia e altre infezioni

Ultima buona notizia: puoi anche prevenirla la clamidia, non devi farci i conti per forza.
Il batterio Clamidia trachomatis si trasmette attraverso i rapporti sessuali, perciò la prevenzione parte dall’utilizzo appropriato di metodi anticoncenzionali che garantiscano l’effetto barriera: ovvero il preservativo. La pillola, il cerotto e altri metodi essenzialmente ormonali, infatti, proteggono dalle gravidanze indesiderate ma non dalla clamidia o altre malattie simili. Controlli medici regolari e igiene intima accurata, poi, fanno il resto, ma senza esagerare: lavande vaginali autoprescritte, per esempio, possono peggiorare la situazione, perché rompono l’equilibrio della flora batterica che tanto protegge la nostra vagina.

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