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Cosa indica la curva glicemica piatta in gravidanza?

La gravidanza è una fase della vita di una donna in cui l’organismo vive enormi cambiamenti, ai quali deve abituarsi in maniera graduale: il peso cambia, il fabbisogno nutrizionale è diverso, il corpo si modifica per accogliere e far sviluppare il feto. Proprio per queste piccole rivoluzioni a cui la donna va incontro è bene eseguire durante la gravidanza tutti gli esami raccomandati dai medici, al fine di mantenere in salute se stesse e il nascituro. Tra i vari test utili in gravidanza c’è quello della curva glicemica, conosciuto anche come curva da carico di glucosio, utile a monitorare la glicemia. Un valore che fa stare in pensiero le future mamme è quello della curva glicemica piatta, ma cosa significa esattamente?

Se la donna non presenta particolari fattori di rischio, la curva glicemica si effettua tra la 25esima e la 28esima settimana di gestazione; in caso contrario può essere raccomandato anticipare una rilevazione tra la 16esima e la 18esima settimana, in particolare se la madre aveva il diabete già prima di rimanere incinta, se è obesa, se prende parecchio peso o se ha presentato diabete gestazionale in una gravidanza precedente. 

I fattori che predispongono al diabete gestazionale e che quindi spingono a effettuare il test della curva glicemica sono, insieme all’indice di massa corporea elevato, la sindrome dell’ovaio policistico, la familiarità al diabete, un’età superiore ai 35 anni e la provenienza da zone dove il diabete è particolarmente diffuso.

La curva glicemica in gravidanza si esegue per verificare se è presente diabete gestazionale: misura infatti la quantità di zuccheri presenti nel sangue, la cui quantità, quando in eccesso, potrebbe procurare problemi alla madre e al bambino. 

La curva glicemica in gravidanza si esegue attraverso tre prelievi successivi, ripetuti nell’arco di due ore: uno a digiuno, gli altri dopo l’assunzione di una glucosata, una soluzione di acqua e zucchero con particolari percentuali. Dopo il primo prelievo, infatti, alla donna vengono fatti bere rapidamente 300 ml di acqua, in cui sono stati disciolti 75 grammi di zucchero; successivamente vengono fatti gli altri due prelievi, uno a distanza di un’ora, l’altro dopo due ore.

I valori ideali di glicemia riscontrati con i tre prelievi successivi dovrebbero essere:

  • inferiori a 92 mg/dl a digiuno
  • inferiori a 180 mg/dl dopo la prima ora
  • inferiori a 153 mg/dl al termine delle due ore

Come si può vedere, quindi l’andamento disegna una curva, che sale inizialmente e poi scende, per effetto del normale metabolismo dei carboidrati. In alcuni casi, però, la curva risulta alterata e appare come piatta, senza particolari oscillazioni, evidenza di un innalzamento della glicemia minimo. Un risultato di questo tipo non deve allarmare, perché non è necessariamente sintomo di diabete gestazionale, ma è un indicatore da tenere sotto controllo e sul quale confrontarsi con lo specialista che sta seguendo la gravidanza. Le cause della curva glicemica piatta possono essere molteplici, come l’iperinsulinemia o un’ipoglicemia reattiva.

Se dopo l’esame diagnostico l’esito è una curva glicemica piatta, non c’è da allarmarsi, quanto piuttosto fare attenzione e rivolgersi al proprio ginecologo. In ogni caso, non è bene trascurare questo risultato, perché alla lunga potrebbe provocare problemi alla donna in attesa e al bambino. Se infatti la prima sviluppa il diabete gestazionale, il piccolo potrebbe andare incontro a un’ipoglicemia neonatale, ma anche a macrosomia fetale, nascendo con un peso superiore ai 4 kg con non poche difficoltà per il parto. 

 

Un’ulteriore prima indagine da affiancare alla curva da carico di glucosio è la curva insulinemica, un test che permette di capire come agisce l’ormone insulina, legato alla presenza degli zuccheri. Questo esame è utile per vedere se si è affette per esempio da iperinsulinemia.

 

Con la curva glicemica piatta probabilmente lo specialista consiglierà una dieta a ridotto tenore glicemico, da seguire però secondo i suoi consigli, perché una donna incinta ha comunque necessità di un certo numero di calorie e non è questo il momento per diete dimagranti o drastiche, in quanto c’è il rischio che vengano a mancare nutrienti importanti per lo sviluppo del feto, come l’acido folico. La dieta per la curva glicemica piatta vedrà quindi alimenti poveri di zuccheri semplici, che invece è meglio assumere solo ai pasti principali o associati a carboidrati complessi. Non digiunare mai a lungo e fai spuntini equilibrati tra un pasto e l’altro. 

Un’altra cosa da fare se la curva glicemica è piatta è evitare la sedentarietà: un po’ di attività fisica, purché non intensa, è possibile in gravidanza. Una camminata di mezz’ora al giorno o della ginnastica leggera come lo yoga sono infatti un buon modo per mantenersi in movimento e dare un contributo positivo all’umore.

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