Vivere la sessualità

Imene: tutto quello che c’è da sapere

Per ogni donna conoscere il proprio corpo ed esserne consapevole è fondamentale per ricercare il benessere e vivere una vita in salute. Sappiamo bene che il corpo femminile è un mondo da scoprire e oggi vogliamo rispondere a tutti i quesiti e ai dubbi legati all’imene: cos’è, a cosa serve, dove si trova e come si rompe. Ovviamente sveleremo anche le false credenze e le dicerie legate a questa parte dell’apparato riproduttore femminile.

La parola imene deriva dal vocabolo greco hymèn che significa “membrana” e consiste appunto in una membrana che protegge l’interno del canale vaginale. Si tratta di una membrana molto sottile ed elastica, irrorata da vasi sanguigni e formata praticamente da una ripiegatura della mucosa, il tessuto che riveste internamente la vagina. Visivamente appare di colore rosa tendente al rosso ed è adeso alle pareti vaginali; presenta inoltre dei forellini che consentono il naturale defluire del sangue durante le mestruazioni e degli altri liquidi vaginali.


La forma e la consistenza dell’imene sono diverse per ogni donna. Esistono infatti diversi tipi di imene, alcuni ricoprono completamente l’apertura del canale, altri sono perforati in più punti, altri come l’imene anulare costituiscono una sorta di corona. In alcune donne l’imene può addirittura non risultare presente. Ecco nel dettaglio i tipi di imene più comuni:

  • imene a falce: quando all’interno dell’apertura è presente un ulteriore lembo di imene. Questo non è molto diffuso.
  • imene a pendaglio
  • imene a risvolto di manica: questo tipo di imene fuoriesce verso l’esterno e alla vista appare con delle estroflessioni di tessuto da dentro a fuori
  • imene anulare: come già accennato, l’imene anulare ha la forma di una corona dato che presenta un orifizio circolare al centro; è il più comune
  • imene fimbriato: l’imene fimbriato ha un’apertura centrale che ricorda una stella a più punte
  • imene labiato: è formato da 2 parti laterali separate da un’apertura verticale o orizzontale
  • imene semilunare: come indica il nome, assomiglia a una mezzaluna e occupa circa 3/4 dell’orifizio vulvo-vaginale.

Ci sono situazioni, poi, in cui il tipo di imene è considerato anomalo:

  • imene cribriforme: l’imene cribriforme non ha un’unica apertura, ma è cosparso di piccoli fori su tutta la superficie. Si tratta di una tipologia di imene abbastanza rara, che consente la fuoriuscita del sangue mestruale, ma rende difficoltoso l’inserimento di assorbenti interni a causa della dimensione ridotta delle aperture.
  • imene microperforato: in caso di imene microperforato le aperture verso l’esterno sono veramente minime, di solito due e molto piccole, di massimo 3 millimetri. La penetrazione con questo di tipo di imene non può avvenire.
  • imene septato: l’imene ha anche in questo caso due aperture, più ampie e laterali, ma al centro è diviso da una fascia di tessuto, che, se molto spessa e rigida rende difficile la penetrazione e la rottura.

Un caso a sé è quello dell’imene imperforato. Un imene di questo tipo è presente dalla nascita: la membrana ricopre per intero il canale vaginale e non consente neppure il passaggio del sangue, per questo è spesso scoperto alla comparsa della prima mestruazione. L’imene imperforato, come il microperforato, il cribriforme e il septato si possono rimuovere con un piccolo intervento chirurgico, in alcuni casi anche ambulatoriale. Per questo è molto importante effettuare visite ginecologiche anche prima del primo rapporto sessuale.

L’imene è la risposta della natura alla necessità di schermare e proteggere l’apparato riproduttivo dagli agenti patogeni e dalle infezioni. Altre interpretazioni sostengono che l’imene sia frutto dell’evoluzione della specie: la sua esistenza avrebbe dovuto indirizzare le femmine della nostra specie verso la creazione di un legame unico e forte con lo stesso partner, evitando esperienze occasionali. Lo si trova infatti anche in diverse specie animali. 

L’imene si trova all’inizio del canale vaginale, in particolare a 1-2 cm dall’esterno. Funge da separazione tra la vagina e il vestibolo vulvare, ossia lo spazio della vulva compreso tra le piccole labbra e l’apertura del canale vaginale. Se si vuole, è possibile osservarlo utilizzando un piccolo specchietto da borsa.

Un rapporto sessuale completo con penetrazione comporta in genere la lacerazione di questa membrana, per questo la rottura dell’imene è da sempre associata all’essere vergine. Non è detto però che un imene lacerato significhi che è avvenuta una penetrazione, né che un imene integro sia posseduto da una vergine. Vediamo perché.

L’imene è una membrana particolarmente elastica e abbastanza capillarizzata, ma non particolarmente ricca di terminazioni nervose. La sua lacerazione avviene quando è sottoposta a una tensione e, tipicamente, a quella della penetrazione. Alla rottura può corrispondere un piccolo versamento di sangue ma non in tutti i casi, a volte può non accadere nulla di visibile. In più, non è detto che avvenga una rottura perché un imene particolarmente elastico potrebbe semplicemente dilatarsi e flettersi senza rompersi nell’immediato.

Non è detto poi che l’imene si rompa solo a seguito di una penetrazione durante un rapporto sessuale. Ci sono infatti altre circostanze in cui può verificarsi una rottura, ad esempio a seguito dell’inserimento di oggetti nella vagina (assorbenti interni o sex toys), ma anche in seguito a un trauma verificatosi durante l’attività fisica come andare a cavallo, in bicicletta o la ginnastica.

L’imene (tranne in rarissimi casi) non è in grado di otturare la vagina, come un tappo. Infatti si tratta di una copertura parziale, un ripiegamento dei tessuti che prevede un’apertura. Ed è proprio da quell’apertura che fuoriesce il sangue mestruale durante i giorni del ciclo e la medesima da cui passano anche gli assorbenti interni. Su questo punto va sfatato un secondo mito: gli assorbenti interni in condizioni normali e se introdotti correttamente non fanno perdere la verginità e non causano la rottura dell’imene. Anche le donne vergini che si preoccupano per il pap test possono stare serene, perché questo importante esame non provoca la rottura dell’imene e questo timore non deve far rimandare uno screening così fondamentale.

Altra leggenda da chiarire è quella relativa al dolore causato dalla rottura dell’imene. Come già detto si tratta di una parte del corpo particolarmente povera di terminazioni nervose. Spesso il dolore percepito dopo un primo rapporto sessuale proviene da altri fattori, come la tensione muscolare o lo sfregamento dovuto a una scarsa lubrificazione. L’aspetto psicologico è molto importante, così come la consapevolezza dei muscoli del pavimento pelvico coinvolti nell’atto.

Anche sul sanguinamento c’è da dire che non in tutti casi di rottura dell’imene ci sono perdite particolarmente rilevanti: alcune ragazze non riferiscono neppure di averle viste, per altre il sangue è stato presente per ore, ma non è sempre comparso nell’immediato

Sono molte le leggende che si tramandano di generazione in generazione sugli organi sessuali ed eventuali problematiche correlate. È importante sapere, in entrambi i casi, che la lacerazione dell’imene può avvenire anche in molti altri modi che esulano completamente da un rapporto sessuale come, ad esempio, traumi o infortuni sportivi.

Importante è anche sfatare il mito del test della verginità. In passato infatti si pensava che una donna che non sanguinasse durante il primo rapporto fosse automaticamente disonesta sulla propria verginità. Ma, come abbiamo detto, non tutte le membrane una volta lacerate, provocano sanguinamento così come è perfettamente normale il contrario. Per di più, il concetto di verginità non può essere relegato solo a un aspetto fisico, quando a caratterizzarne la perdita ci sono molti altri elementi.

Insomma sul tema dell’imene e della sua rottura c’è da rilassarsi! Quello a cui diamo valore non è certo una membrana ma il suo significato, che va vissuto con responsabilità e consapevolezza.

Sì, anche l’uomo ha un imene e il suo nome è frenulo. Si tratta di una striscia di pelle sottile che collega il prepuzio al glande. Anche in questo caso la storia vuole che si equipari la sua rottura alla perdita della verginità. È falso. Infatti, anche in questo caso si tiene conto della struttura del frenulo, lunghezza, spessore ed elasticità, variabili in base all’individuo. Se dovesse rompersi vi sarebbe sanguinamento. A volte può solo lacerarsi e rompersi in seguito a successivi rapporti sessuali.

dina.pansini@corman.it

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