Vivere l’intimità con il proprio partner è un momento che non dovrebbe conoscere ansie, paure o, meno che mai, dolore; avere rapporti sessuali in una coppia (che sia stabile o occasionale) dovrebbe implicare esclusivamente gioia e condivisione. Il sesso, infatti, deve costituire un momento di serenità e qualsiasi impedimento, dato da un malessere fisico o psicologico, non deve essere considerato la normalità. Tra i fastidi femminili più comuni c’è il bruciore intimo dopo il rapporto, una sensazione spiacevole che però può essere evitata se si individuano le cause che lo generano.
Per l’anatomia dei genitali femminili, il bruciore intimo si presenta con più facilità nelle donne rispetto agli uomini. Spesso le donne che accusano bruciore intimo correlano il disturbo all’utilizzo o meno del preservativo, altre si chiedono invece perché il bruciore si intensifichi a urinare dopo il rapporto. Per tutti questi dubbi c’è una spiegazione che può risolvere questa insopportabile sensazione.
Coloro che lamentano bruciore intimo dopo il rapporto percepiscono il disagio in maniera costante o intermittente, lo sentono arrivare sia all’improvviso che in maniera graduale. Non di rado, infatti, il bruciore inizia già durante il rapporto, quando avviene la penetrazione, talvolta proprio causa diretta della condizione.
Il bruciore dopo un rapporto può essere di breve durata o perdurare per qualche giorno; in base al fattore che lo scatena, possono esserci sintomi che lo accompagnano: tra i più comuni troviamo il prurito intimo, il rossore e il gonfiore della vulva (la zona esterna e visibile dei genitali femminili), tutti segni di infiammazione. A volte il bruciore è accusato anche internamente ed è localizzato o nella vagina o nelle vie urinarie, in base alla causa. In qualche caso, compaiono anche perdite vaginali.
Il bruciore intimo dopo il rapporto può avere diverse cause, più o meno gravi. Tra le più comuni ci sono:
Le infezioni intime possono essere favorite da due particolari condizioni, ovvero l’aumento del pH locale e un’alterazione della flora microbica. Il bruciore intimo, però, può derivare anche da infiammazioni che non hanno causa infettiva, ma piuttosto originate da traumi fisici e irritazioni oppure da blocchi di natura psicologica. Ben diverso, invece, è il bruciore che vede come causa malattie sessualmente trasmissibili, talvolta più gravi. Per citarne alcune, la tricomoniasi e la gonorrea. In generale, i disturbi che comportano un’infiammazione dell’area genitale, come la vestibolite vulvare, possono dar luogo a bruciore.
A causare la candidosi è un fungo, la Candida albicans, già presente in una certa quantità nel nostro organismo, come nella mucosa genitale e nella bocca. In condizioni normali, quando il corpo sta bene ed è in equilibrio, questo fungo è inoffensivo e la sua proliferazione è tenuta sotto controllo da batteri e altri microrganismi.
Può accadere, però, che il nostro sistema di difese sia compromesso, quando siamo per esempio indebolite da stress, da una cura a base di antibiotici o cortisonici, oppure se affette da diabete o patologie che generano immunodeficienza. In questo caso la Candida albicans si sviluppa e comincia a dare segni e sintomi della sua presenza.
Tra i disturbi della candida il bruciore dopo il rapporto non è raro. Insieme compaiono di frequente prurito e senso di irritazione, oltre a un bruciore dopo la minzione, che si presenta cioè dopo aver urinato. Caratteristici della candidosi sono anche la secchezza vaginale e delle perdite bianche e dense simili a ricotta.
Insopportabile cruccio di tante donne, la cistite è un’infezione della vie urinarie il più delle volte causata da batteri. Le donne sono maggiormente soggette a questa infezione per lo stretto rapporto di vicinanza tra l’apparato genitale e l’ultimo tratto di intestino: è infatti a causa di batteri che normalmente fanno parte della flora intestinale che la vescica si infiamma. Tra i colpevoli spesso c’è il temuto Escherichia coli.
Il sintomo più noto è il bruciore intimo, accompagnato dalla sensazione di urgenza di fare la pipì, uno stimolo che spesso non corrisponde a una reale necessità, perché quando si va in bagno l’urina è quasi sempre meno di quanto ci si aspetti, come se la vescica non si svuotasse completamente. In casi più gravi, nelle urine compare anche del sangue e il corpo cerca di combattere l’infezione con la febbre.
Quando siamo di fronte a un bruciore da cistite dopo un rapporto, più facilmente il “colpevole” non è un batterio, ma il rapporto sessuale stesso, un problema dunque di natura meccanica. Ci sono casi in cui la lubrificazione vaginale è scarsa o i muscoli del pavimento pelvico non sono rilassati come dovrebbero: si creano così dei traumi che vanno a colpire l’uretra, il canale che mette in comunicazione la vescica con l’esterno. Il bruciore a urinare dopo il rapporto potrebbe dunque essere segno di cistite.
La secchezza vaginale può avere molteplici cause, non sempre dipende da una malattia o da un disturbo patologico, ma possono esserci motivi del tutto fisiologici alla base.
Tra le primarie cause della secchezza vaginale c’è un calo di estrogeni, ormoni sessuali femminili coinvolti nel ciclo mestruale e nella produzione di lubrificante da parte della cervice uterina. Questa diminuzione è una conseguenza naturale della menopausa, per esempio, ma anche della fase dell’allattamento dopo il parto.
La secchezza vaginale può dipendere anche dall’assunzione di alcuni farmaci come la pillola anticoncezionale o gli antidepressivi, ma esistono anche casi in cui a determinarla è un blocco psicologico, poco coinvolgimento nell’atto sessuale, mancanza di desiderio o timore di provare dolore o bruciore intimo.
Una vagina non adeguatamente lubrificata comporta un aumento del rischio di piccole abrasioni durante la penetrazione, che possono dare poi l’indesiderato bruciore dopo il rapporto, come accade con la cistite post-coitale.
I rimedi “fai da te” non sono mai consigliati, specialmente se si ha a che fare con aree del nostro corpo così delicate come lo è l’apparato genitale. Un bruciore intimo dopo il rapporto può avere alla base cause anche gravi e sottovalutarlo non è un bene. Piuttosto, con l’aiuto del medico si possono eseguire esami che faranno capire di cosa si tratta, trovando il rimedio più adatto. Non per forza deve trattarsi di qualcosa di preoccupante e a volte la cura è proprio a due passi, basta sapere qual è quella giusta.
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