La ridotta produzione di estrogeni che caratterizza la menopausa si associa ad alterazioni della costituzione dei tessuti in particolar modo di quelli del tratto uro-genitale. Ecco allora l’insorgere di una serie di possibili disturbi urinari, tra i quali l’incontinenza è senza dubbio quello che può maggiormente compromettere la qualità di vita della donna.
L’incidenza dell’incontinenza urinaria oscilla tra il 10% e il 20% delle donne in post-menopausa. E’ una situazione clinica che non influenza la durata della vita, ma che può fortemente condizionare i rapporti sociali e lavorativi con a volte ripercussioni psicologiche.
I principali fattori di rischio sono: l’età, il parto, la menopausa, l’obesità.
L’incontinenza è sempre la manifestazione dell’alterato concorso dei meccanismi di svuotamento della vescica e di chiusura dell’uretra. Entrambi funzionano essenzialmente per mezzo di muscoli soggetti ad una regolazione assai complessa, cui presiede il sistema nervoso, e sono solo in parte influenzabili dalla volontà. Una perdita d’urina avviene quando la pressione all’interno della vescica è superiore alla pressione di chiusura nell’uretra. Con il termine incontinenza si definisce però solo un sintomo, in realtà vi sono diverse forme di incontinenza urinaria che dipendono da cause differenti.
Si verifica quando la perdita di urina avviene in seguito ad un aumento improvviso della pressione addominale, come per un colpo di tosse o uno starnuto, uno sforzo fisico o un cambiamento di posizione. Le fughe di urina possono manifestarsi solo con qualche goccia o con una minzione completa. E’ la forma più frequente in età fertile e dipende da una perdita dei meccanismi muscolari ed elastici di contenimento. La causa principale è un danno delle strutture pelviche di supporto, spesso dovuto a traumi da parto, ma può essere determinata anche da interventi ginecologici, dall’età, dalla lassità dei tessuti muscolo-tendinei ecc.
L’incontinenza da sforzo è un’incontinenza da stress fisico, cioè quella che si può manifestare quotidianamente facendo le scale, sollevando i sacchetti della spesa, facendo una corsa, o in qualsiasi situazione che comporti uno sforzo fisico.
In questo caso le perdite urinarie sono legate ad una iperattività del muscolo detrusore della vescica, che può essere di tipo idiopatico o secondario (infezioni urinarie, calcoli vescicali, neoplasie vescicali ecc.). L’aumentata frequenza minzionale accompagnata da una sensazione di urgenza è il sintomo principale: al momento della comparsa dello stimolo, la paziente avverte la sensazione fortissima di dover correre in bagno, che molto spesso può manifestarsi in caso non si raggiunga una toilette, con perdita di urina che può essere a gocce o anche una minzione completa.
Le cause possono essere varie, di origine neurogena o meno, ma riconducibili alla fine ad una aumentata attività contrattile della vescica, problema che tecnicamente viene definito iperattività vescicale o iperreflessia detrusoriale.
Forme miste di incontinenza
A volte le perdite urinarie possono verificarsi sia sotto sforzo che in associazione ad iperattività del detrusore. In Italia si stima che l’incontinenza urinaria di tipo misto rappresenti la maggioranza dei casi, tra il 55% e l’83%.
Per un corretta diagnosi è necessaria un’ottima anamnesi urologica e ginecologica ed un esame uro-ginecologico che permetta di valutare l’eventuale presenza di un prolasso e l’entità dello stesso, o comunque in generale di inquadrare il problema. L’esame urine ed urinocoltura consentono di escludere eventuali infezioni mentre l’ecografia renale e vescicale eventuali patologie organiche causa di incontinenza urinaria. Il diario minzionale è uno strumento molto utile per valutare il tipo di incontinenza in cui la donna descrive per tre giorni l’ora, la quantità di liquidi assunti, l’ora in cui urina e se possibile la quantità di urina raccolta. L’esame urodinamico, infine, consente di valutare il profilo pressorio nell’uretra in diverse situazioni, di comprendere la dinamica minzionale e la funzionalità dei muscoli, ed infine di classificare il tipo e l’entità dell’incontinenza.
Alla fine del percorso diagnostico potrà essere definito un piano terapeutico adeguato e mirato alla specifica alterazione da correggere.
La terapia dell’incontinenza urinaria prevede tre possibili trattamenti:
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