Il ciclo mestruale è, come dice il nome, un ciclo che si ripete incessantemente e dove inizio e fine coincidono. Per comprendere meglio il suo funzionamento cerchiamo di immaginare un cerchio, che, proprio come un orologio, ha tante tacchette quante sono i giorni totali del nostro ciclo. Come misurare la durata del ciclo? Facile: ogni ciclo inizia quando appaiono le mestruazioni e finisce quando compaiono le successive. Non dobbiamo però confondere la durata del ciclo mestruale con quella dell’emorragia vera e propria. Il ciclo mestruale comprende infatti varie fasi, di cui una è caratterizzata proprio da un’emorragia che chiamiamo mestruazione. La durata del ciclo mestruale può cambiare da donna a donna, ma in genere varia dai 23 ai 35 giorni. Per capire meglio come funziona l’ovulazione prendiamo come riferimento un ciclo di 28 giorni. Il momento di inizio del ciclo è segnato dalla comparsa delle mestruazioni, che solitamente durano dai 4 ai 7 giorni.

Il ciclo mestruale si divide in due fasi: quella follicolare, che inizia con la mestruazione, e quella luteale, che inizia dopo l’ovulazione. L’ovulazione avviene circa 14 giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni. Prendendo come esempio un ciclo mestruale di 28 giorni, perciò, l’ovulazione avverrà con tutta probabilità a metà del ciclo.

 

Cosa succede nella fase follicolare? In questa fase, mentre le mestruazioni sono ancora presenti, il nostro corpo inizia a preparare un nuovo ovocita da poter fecondare. I follicoli, che si trovano nelle ovaie e che contengono gli ovociti, iniziano a crescere sempre più: ecco perché questa prima fase è detta follicolare. Non appena l’endometrio, il tessuto uterino, viene espulso del tutto e le mestruazioni sono finite, il nostro corpo inizia a ricostruirlo, nella speranza di poter ospitare una futura gravidanza. Nel frattempo siamo sempre più vicini all’ovulazione, che segna l’inizio della fase successiva, quella luteale. A questo punto, tra i migliaia di follicoli che hanno iniziato a maturare, il più grande e gonfio libera l’ovocita. L’uovo esce dall’ovaio e inizia a muoversi all’interno delle tube uterine: è qui che dovrebbe avvenire l’incontro con gli spermatozoi. L’ovulazione è avvenuta e inizia la seconda fase: quella luteale.

 

I follicoli, una volta rilasciato l’ovocita, mutano forma e colore e prendono il nome di corpo luteo. Se l’ovulo non viene fecondato, però, il corpo luteo viene distrutto e dopo di esso anche l’endometrio. Siamo ritornati al punto di partenza: le mestruazioni. E così il ciclo ricomincia ancora e ancora e ancora.

L’ovulazione è il momento in cui l’uovo fecondabile si sposta nelle tube uterine e dura 24 ore. Dal momento in cui l’ovocita viene rilasciato dal follicolo, infatti, questo rimane in vita solo per un giorno. Attenzione però: questo non vuol dire che si può rimanere incinta soltanto per un giorno al mese. Infatti, gli spermatozoi possono sopravvivere fino a 7 giorni all’interno dell’utero femminile, perciò hanno tutto il tempo di attendere il momento più propizio per fecondare l’ovocita.

Come abbiamo detto, un ovulo fecondabile vive per 24 ore, ma è difficile calcolare con certezza l’esatto giorno dell’ovulazione. Pertanto i giorni fertili in cui è possibile rimanere incinta sono molti di più e non comprendono soltanto il giorno dell’ovulazione. Il periodo fertile è legato infatti alla durata del proprio ciclo mestruale, che come abbiamo già visto può variare da persona a persona. Indicativamente possiamo dire che, prendendo come riferimento un ciclo di 28 giorni, la finestra fertile si situerà all’incirca tra l’ottavo e il quindicesimo giorno di ciclo

Il muco cervicale durante l’ovulazione è più evidente e abbondante, ma è presente durante l’intero ciclo mestruale. In quasi tutte le fasi, l’accesso al collo dell’utero (la cervice, appunto) è bloccato da una sostanza mucosa, che si scioglie soltanto nei giorni dell’ovulazione. Questa sorta di tappo fatto di muco svolge un’azione di difesa nei confronti dell’utero, che viene così protetto da agenti esterni e infezioni. Al momento dell’ovulazione, però, il muco si scioglie e si fa più scivoloso per poter facilitare l’ingresso di eventuali spermatozoi che andranno a fecondare l’ovocita. 

 

È per questo che circa 3 giorni primi dell’ovulazione possiamo notare un cambiamento nelle secrezioni vaginali, che sono più elastiche, trasparenti e gelatinose, simili alla chiara dell’uovo. Il flusso del muco cervicale è ancora più abbondante, perché stimolato dalla maggior quantità di estrogeni prodotti dal follicolo. Man mano che ci allontaniamo dall’ovulazione, invece, le secrezioni diventano lattiginose, bianche e la loro consistenza cambia, facendosi sempre più densa e appiccicosa. In questo caso il principale responsabile è il progesterone.

La sindrome premestruale non è una leggenda e le donne lo sanno molto bene. Rientrano in questa definizione tutti i sintomi che compaiono nei giorni che precedono la mestruazione. Ma come si manifesta l’ovulazione? La maggior parte delle donne non si accorge neppure che sta ovulando, mentre ad altre capita di avvertire delle fitte di dolore all’ovaio o all’altezza dell’utero. In campo medico questi malesseri sono chiamati mittelschmerz e sono legati proprio al momento dell’ovulazione. Come abbiamo visto, però, uno dei segnali più chiari dell’approssimarsi all’ovulazione è quello del cambiamento delle secrezioni vaginali, che dobbiamo interpretare come una sorta di bussola per orientarci all’interno del nostro ciclo mestruale.

L’ovulazione avviene circa 14 giorni prima della successiva mestruazione. Tuttavia, come abbiamo già spiegato, è molto difficile da calcolare con precisione, perché spesso il ciclo mestruale non è regolare. Se vogliamo evitare una gravidanza, perciò, non è cosa saggia affidarsi alla finestra fertile, perché quello non è l’unico momento in cui è possibile rimanere incinta, quindi i contraccettivi rimangono il mezzo più sicuro.

Eleonora

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