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L’infertilità può avere cause psicologiche?
Studi sembrano attribuire allo stress un ruolo nell’impossibilità di rimanere incinta. Non esistono però solo cause psicologiche dell'infertilità
La difficoltà di concepire un figlio è un problema che in Italia tocca il 15% delle coppie. Quando si parla di infertilità non si fa riferimento esclusivamente all’infertilità femminile, perché questa patologia può riguardare anche l’uomo oppure addirittura la coppia, come in una sorta di incompatibilità fisica. Le cause alla base dell’infertilità possono essere varie e talvolta non si riesce neppure a identificarne una precisa, tanto che in quei casi si arriva a parlare di infertilità idiopatica. Oltre ad alterazioni dell’apparato riproduttivo e a disfunzioni ormonali, anche lo stress può giocare un ruolo nel concepimento, innescando un circolo vizioso nel quale la donna e la coppia affrontano ripercussioni psicologiche che certamente non agevolano una gravidanza.
Quando si può parlare di infertilità?
La diagnosi di infertilità si basa su parametri ben definiti: l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, parla di infertilità come patologia quando per almeno 12/24 mesi, nonostante i rapporti non protetti in periodo fertile, la donna non rimane incinta. Gli esami diagnostici per comprendere le cause dell’infertilità non vengono eseguiti solamente sulla donna, ma anche sul partner maschio.
Per verificare la capacità di concepire della componente femminile, vengono eseguiti innanzitutto dei dosaggi ormonali, utili anche a fare la conta ovarica, in quanto con l’avanzare dell’età la riserva di ovociti nella donna cala progressivamente. Inoltre, proprio come avviene durante una visita ginecologica di routine, è importante sottoporsi a un’ecografia transvaginale, capace di mettere in evidenza anomalie dell’apparato riproduttore, a carico dell’utero e dei suoi annessi, come tube e ovaie. Devono essere scongiurate anche infezioni vaginali e patologie dell’endometrio, il tessuto che costituisce l’utero.
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Principali cause dell’infertilità femminile
Tra le prime cause di infertilità femminile ci sono le disfunzioni ormonali: la sindrome dell’ovaio policistico o patologie della tiroide possono essere alla base di uno squilibrio che incide sul buon andamento dell’ovulazione e quindi sulla capacità di concepire.
Esistono poi problemi che affliggono l’utero che rendono impossibile o difficile il concepimento: vi rientrano malformazioni, fibromi, polipi uterini e aderenze. Quando i disturbi riguardano invece le tube, si parla di infertilità tubarica: tra le varie patologie spicca l’endometriosi, una malattia complessa che può avere conseguenze importanti sulla fertilità. Infine, infiammazioni o infezioni, come quella da Clamydia, possono costituire un rischio, in quanto possono colpire in maniera significativa utero, tube o cervice.
I fattori fisici non costituiscono la cause esclusive dell’incapacità di concepire; anche comportamenti e abitudini giocano un ruolo determinante nella fertilità. Si va dall’alimentazione a fattori ambientali meno controllabili, fino allo stress.
Cause psicologiche e ruolo dello stress nell’infertilità femminile
Lo stile di vita è un elemento che può incidere sulla fertilità femminile, proprio come accade per la comparsa di molteplici patologie. Non di rado, comportamenti errati e abitudini scorrette originano da problemi di natura psicologica e sociale, che però possono essere migliorati. Togliere ansia e stress dalla quotidianità, per esempio, è un primo passo per affrontare con più serenità il percorso verso la gravidanza. Ciò non significa che automaticamente sarà più facile rimanere incinta, anche perché alla base dell’infertilità possono esserci motivi strettamente fisici, ma sicuramente eliminare questi fattori costituisce un’ottima base di partenza per prevenire l’infertilità e favorire il concepimento.
È dimostrato che ci sono fattori predisponenti all’infertilità, alcuni sono inevitabili (come l’esposizione a elementi tossici nell’ambiente), su altri si può lavorare: il fumo e l’abuso di alcol, per esempio, sono tra questi, insieme a disordini alimentari come l’anoressia o che portano a condizioni di obesità grave. Una vita troppo sedentaria, dettata magari da un momento di apatia, è anch’essa un punto a sfavore della fertilità. Allo stesso modo, eccessi e mancanza di attenzioni in ambito sessuale possono far incorrere in malattie sessualmente trasmesse che pregiudicano il buon funzionamento del sistema riproduttivo.
Sulla correlazione tra stress e infertilità femminile gli studi non sono molti, ma uno dei più recenti è uno studio italiano del 2017. In particolare, questa indagine ha monitorato in maniera periodica i livelli di due ormoni coinvolti nella condizione di stress: l’alfa amilasi e il cortisolo. Proprio sull’alfa-milasi sono emersi i risultati più evocativi, in quanto, nei periodi in cui questo ormone aveva valori più alti, la probabilità di concepire si riduceva fino al 29%. Basti pensare che lo stress e le tensioni hanno la capacità di incidere anche sul normale andamento del ciclo mestruale, che può subire ritardi e cambiamenti a livello del flusso. A volte in questo meccanismo che si inceppa mette del suo anche l’ormone prolattina, che può risultare in eccesso in situazioni di stress e che si manifesta in certi casi con lo spotting, quel fenomeno di perdite marroni che si verifica tra una mestruazione e l’altra.
Un effetto a cascata: conseguenze psicologiche dell'infertilità
Lo stress alla base dell’infertilità può far entrare purtroppo in un circolo vizioso senza fine, divenendo allo stesso tempo causa e conseguenza della mancata gravidanza. Il rincorrere il desiderio di un figlio genera infatti ansia, malessere, depressione, che possono portare a tensioni che si riversano anche sulla vita di coppia, la cui stabilità inizia a vacillare con il rischio di una rottura.
In questo contesto, certo non diventa fattibile concepire in maniera serena: iniziano i sensi di colpa, la frustrazione e lo stress diventa un rischio ancor più concreto. È importante, quindi, farsi sostenere già dal primo segnale di difficoltà: il medico di famiglia e lo specialista possono non bastare e può rendersi utile un percorso di psicoterapia, da effettuare anche in coppia. Intraprendere questa strada è ancor più necessario quando l’infertilità è ormai diagnosticata, perché serve per accettare con consapevolezza tale condizione e ristabilire di conseguenza un nuovo percorso vita insieme. La coppia e l’amore hanno tutte le carte in regola per continuare.
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