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Il ritardo di crescita intrauterino

L‘ecografia in gravidanza serve a controllare la corretta crescita del bambino. Può capitare che il medico parli di IUGR (acronimo inglese di Intrauterine growth restriction) ovvero di “ritardo di crescita intrauterina” del feto. Cosa significa?

Che il bambino non cresce come dovrebbe o, più propriamente, che le sue misurazioni (peso presunto, lunghezza degli arti, circonferenza addominale ecc.) non corrispondono alla media standard: in questo caso si fa riferimento a tabelle di percentili, come per i bambini già nati, e il ritardo di crescita fetale viene diagnosticato quando il piccolo in relazione al sesso e all’epoca gestazionale si trova al di sotto del 10° percentile. Tanto è inferiore questo dato, quanto maggiore è il rischio di complicanze durante la gravidanza, al momento del parto o successivamente.

Ritardo di crescita intrauterina, le complicanze

Tra i possibili problemi di salute a cui può andare incontro il bambino con ritardo di crescita intrauterina troviamo:

  • Basso peso alla nascita
  • Difficoltà nel superare lo stress del parto vaginale
  • Diminuzione dei livelli di ossigeno
  • Ipoglicemia
  • Maggiore sensibilità alle infezioni
  • Basso punteggio di Apgar alla nascita (test che valuta le condizioni fisiche e reattive del bimbo nell’immediato dopo parto)
  • Aspirazione/inalazione di meconio che può comportare problemi respiratori
  • Difficoltà a mantenere la temperatura corporea corretta
  • Conta dei globuli rossi alta nel sangue
  • Scarsa crescita sul lungo termine

Nei casi più gravi il bambino può non farcela e nascere morto.

Ritardo di crescita intrauterina, quali cause?

Non bisogna farsi prendere dal panico: talvolta il bimbo è piccolo perché così sono i genitori, il concepimento è avvenuto più tardi rispetto a quando si pensa, oppure c’è un errore nella lettura delle immagini da parte dell’ecografista o semplicemente appare poco cresciuto nel grembo materno, ma si rivela normale alla nascita.

In altri casi però (nel 4% delle gravidanze) c’è una causa specifica che sta impedendo al bambino di crescere correttamente e sarà particolarmente importante capire l’origine del problema per intervenire precocemente anche al fine di programmare il parto per garantire il miglior esito neonatale possibile.

Molte condizioni possono influenzare la normale crescita fetale. Tra queste troviamo:

  • La genetica: il peso di un bambino alla nascita è influenzato per il 40% dai geni trasmessi dalla mamma e per il 60% da fattori legati all’ambiente e dunque al suo stile di vita. Spesso una donna nata piccola mette al mondo figli piccoli. Inoltre esiste un’associazione significativa tra IUGR e malformazioni congenite e anomalie cromosomiche: per esempio i bimbi con sindrome di Down, trisomia 13, 18 ecc., spesso hanno una scarsa o minore crescita intrauterina
  • Infezioni: alcune infezioni, come il virus della Rosolia e il Citomegalovirus, possono provocare un ritardo nella normale crescita fetale. Le vaccinazioni e i test pre-gravidanza sono dunque particolarmente importanti nell’ottica della prevenzione
  • Gravidanza gemellare o multipla: nel 15-20% dei casi si assiste a minor peso dei feti
  • Nutrizione materna inadeguata: si tratta soprattutto di casi di grave malnutrizione o in cui l’apporto proteico e di minerali sia fortemente limitato. In particolare, le carenze di zinco o di folati nel terzo trimestre sono associate ad un aumento di 5 volte di neonati con basso peso alla nascita. La gravidanza non è certo il periodo adatto per fare diete dimagranti drastiche e squilibrate, per paura di non ritornare in forma dopo il parto! D’altro canto, neppure il sovrappeso è un bene: l’ideale è adottare un’alimentazione sana, necessaria per mamma e bambino, che comprenda tutti i nutrienti
  • Anomalie nella placenta: la placenta è l’organo che trasporta ossigeno e sostanze nutritive per il bambino nel grembo materno. Una sua qualunque alterazione ne può precludere le funzioni e quindi mettere a rischio il corretto sviluppo del feto in grembo
  • Altre malattie materne: come l’ipertensione cronica o preeclampsia, malattie renali, cardiache, alcune anemie (come la falciforme), il diabete gestazionale, disturbi della coagulazione del sangue o gravi malattie polmonari (come l’asma)
  • FumoDieci sigarette al giorno sembrano sufficienti per provocare un ritardo di crescita fetale, la cui gravità risulta essere dose-dipendente, ovvero più si fuma e peggio è. Anche il fumo passivo incide
  • Passa facilmente attraverso la placenta e nel feto, e le sue concentrazioni alterano il metabolismo e i meccanismi di crescita. Quali soglie sono pericolose? Gli esperti non hanno dubbi: non vanno assolutamente superati i 30 grammi di alcol al giorno (15 grammi corrispondono a un bicchiere di vino o ad una lattina di birra)
  • Farmaci: anche l’impiego di alcuni farmaci, come gli anticonvulsivanti, o di droghe di vario tipo comportano il rischio di una anomala crescita del bimbo nel grembo materno

Cosa fare per prevenire e frenare il ritardo di crescita fetale?

Prevenire la restrizione della crescita intrauterina è spesso possibile. Poiché questa può manifestarsi anche in madri perfettamente sane, molto si può fare al riguardo:

  • Rispettare i controlli medici della gravidanza: permette di rilevare in anticipo potenziali problemi e trattarli precocemente
  • Prestare attenzione ai movimenti del bambino nel grembo: un bambino che non si muove spesso o smette di farlo può avere qualche problema, per cui se si nota un cambiamento in tal senso è opportuno chiamare il proprio ginecologo
  • Verificare l’assunzione di integratori o farmaci con il proprio ginecologo: in gravidanza è più che mai vietato il fai-da-te!
  • Mangiare sano e in modo equilibrato, cercando di mantenere il peso corretto nell’ambito delle modificazioni fisiologiche della gravidanza
  • Fare adeguata attività motoria: senza eccedere
  • Smettere di fumare e bere alcolici: è fondamentale per la salute del bambino!

 

sarah

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