A proposito di ciclo
IVA sugli assorbenti: a che punto siamo in Italia?
Il 2022 ha portato delle novità per la famigerata tampon tax, ma la battaglia è davvero vinta?
Dopo anni di lotte e dibattiti, con l’inizio del 2022 l’aliquota IVA sugli assorbenti è scesa dal 22% al 10%. Per i movimenti “no tampon tax”, l’obiettivo è quello di arrivare all’annullamento totale di questa tassa o quantomeno raggiungere una percentuale minima, come accade oggi per beni di prima necessità, per esempio per la maggior parte dei prodotti alimentari. La riduzione introdotta da quest’anno, quindi, è un primo piccolo passo, ma la strada tracciata è quella giusta e noi di Corman non possiamo che gioirne. Continueremo, perciò, ad appoggiare quei movimenti e quelle associazioni che hanno dato visibilità alla causa.
Quanto costa la nostra igiene intima?
Le mestruazioni non sono solo perdite, crampi e malumori, purtroppo. Le mestruazioni hanno anche un costo, economico e ambientale. Come se questo fastidio mensile che ci eviteremmo volentieri non bastasse! In media, il periodo fertile di una donna è di 37,5 anni, il che significa affrontare in una vita più di 450 cicli mestruali. I conti sono presto fatti: nei giorni di mestruazioni usiamo assorbenti per 4 o 5 giorni, cambiandoli più o meno ogni 4 ore; messi tutti insieme sono oltre 10mila assorbenti nell’arco della vita. Un bel numero, non trovi? Soprattutto per il nostro portafogli. Il prezzo di una confezione di assorbenti, infatti, oscilla tra i 3 e i 5 euro e ogni mese ce ne servono più o meno due: all’anno sono quindi circa 100 euro, quasi 4000 in una vita. Di questi, fino a oggi il 22% era di imposte, da gennaio 2022 la percentuale è scesa al 10%, per un risparmio totale stimato di circa 300 euro. Con un’aliquota del 4%, quella attualmente prevista per beni essenziali come latte, pane e frutta, il risparmio arriverebbe a 450 euro.
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L’IVA sugli assorbenti: una storia solo italiana?
L’IVA sugli assorbenti femminili in Italia è in vigore dal 1973, quando fu fissata al 12%. La norma attuale prevede la possibilità di classificare alcuni beni come essenziali e applicare di conseguenza un’IVA agevolata. Fino a oggi, l’imposta sui prodotti per la protezione dell’igiene femminile è solo cresciuta: negli anni l’aliquota è salita prima al 14% (nel 1977), poi al 15% (negli anni ’80), fino ad arrivare al 22% del 2013. Dal 2007 l’Unione Europea consente agli Stati membri di ridurre al minimo l’IVA sui prodotti igienici femminili, ma non di eliminarla del tutto. Qualche Paese, come l’Irlanda, si era già portato avanti, eliminando per intero la tassa; dall’autorizzazione, però, è possibile solo diminuire la percentuale. A cogliere l’occasione (chi dietro sollecitazioni popolari, chi per scelta) sono stati in diversi: la Germania è passata dal 19% al 7%, la Francia dal 20% al 5,5%, l’Inghilterra dal 21% al 5,5%, mentre è al 6% in Belgio, Paesi Bassi e Portogallo. Rimangono alte le aliquote di Paesi come la Finlandia, la Svezia, l’Ungheria, che superano il 20%. Un primo passo dell’Italia c’era stato nel 2019, quando era stata abbassata al 5% l’IVA sui prodotti per la protezione dell’igiene femminile compostabili o lavabili e sulle coppette mestruali. Con la nuova Legge di Bilancio 2022 il nostro Paese porta la tassa dal 22% al 10% su tutte le tipologie di assorbenti, ma non c’è da abbassare la guardia. Per molte donne l’accesso a questi prodotti non è ancora semplice e c’è chi spinge per un’ulteriore riduzione o addirittura per una gratuità, specialmente negli anni scolastici.
Una battaglia di tutti
La strada per arrivare ai primi traguardi odierni non è certo stata facile, la questione è stata dibattuta da parlamentari, associazioni, movimenti e collettivi, ma anche privati ed enti locali hanno dato voce a questa battaglia. In Parlamento l’affare tampon tax è approdato nel 2016, le varie proposte di legge fino al 2019 sono rimaste indiscusse o andate respinte. Tre anni fa, poi, sulla piattaforma online Change.org è stata lanciata una petizione, “Stop tampon tax! Il ciclo non è un lusso”, che ha riscosso un successo esponenziale: promossa dall’associazione Onde Rosa e poi rilanciata da privati e personaggi famosi, ha raggiunto quasi 700mila firme, diventando così una delle petizioni di maggior successo per la piattaforma.
Tra i sostenitori di “Stop tampon tax”, c’è stata anche Coop, che ha organizzato raccolte firme nei suoi punti di vendita e ha portato avanti la campagna Close the Gap, sull’inclusione di genere in vari contesti. Nel frattempo, in maniera simbolica diversi Comuni d’Italia hanno deciso di ridurre o abolire l’IVA sugli assorbenti e tante farmacie hanno promosso sconti su questi prodotti per percentuali equivalenti all’aliquota IVA che era in vigore. Con Lady Presteril seguiamo con attenzione ogni miglioramento che vada a favore delle donne e del loro benessere, per questo vigileremo e continueremo a impegnarci perché il ciclo non sia più un impedimento all’autodeterminazione e alla vita sociale per tante di loro.
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