Vivere la sessualità
Self-confidence: come è cambiata dopo il lockdown
Tra le numerose conseguenze fisiche e psicologiche provocate dal lockdown, ce n’è una sottovalutata, a cui forse in molti non hanno fatto caso: ci sentiamo più a nostro agio con noi stessi.
Dopo il lockdown ci sentiamo più sicuri del nostro corpo. Verità assoluta? Difficile da dire quando si parla di sensazioni e percezioni, ma certamente in molti, riflettendo su quanto appena detto, si accorgeranno che forse è vero. Questo anno, vissuto più lontano dal giudizio critico degli altri è stata una boccata d’aria per l’autostima.
Mettiamo subito le mani avanti: questo non significa che per essere sicuri di sé sia necessario vivere in isolamento, ma forse questo periodo, questo lungo periodo, lontano dai giudizi, spesso negativi e inutilmente critici degli altri, è stato utile a ritagliare uno spazio per se stessi che ha permesso a molti di acquisire maggiore rispetto e una rinnovata consapevolezza del corpo.
Come il lockdown ha favorito l’autostima
Viviamo continuamente e tremendamente esposti al giudizio degli altri, in una realtà che ci ha sempre preteso sul pezzo per quanto riguarda la cura di se stessi e del proprio corpo, ma laddove queste non sono pretese necessariamente negative, è facile che sfocino in una sensazione di disagio quando gli obiettivi prefissati non vengono raggiunti, quando la dieta non ha funzionato, quando i capelli diventano crespi e le borse sotto gli occhi troppo evidenti.
Ci si sente tremendamente fuori luogo, in quella sala, in quella strada, in quel ristorante pieno di persone, di donne e uomini, in apparenza perfettamente a proprio agio con se stessi e con l’ambiente circostante.
Forse è proprio per questo che durante il lockdown in molti sono riusciti in quest’impresa che sembrava impossibile, in questo obiettivo utopistico: accettarsi. In molti, lontano dalla socialità, sono riusciti a fare pace con il proprio corpo, guardarsi allo specchio e piacersi, e dire “però! non sono poi così male!”.
Una conseguenza finalmente positiva di questa obbligata, prolungata e triste solitudine, che ci ha però messo di fronte a un fatto conosciuto, ma mai abbastanza compreso, ovvero il fatto che siamo abituati a farci dare dagli altri un riscontro su come siamo e su quanto valiamo, sono gli altri a dirci se andiamo bene oppure no.
Lontani dalla socialità imposta ci amiamo di nuovo o, forse, per la prima volta.
Una verità che può piacere oppure no, quello che dobbiamo chiederci forse è, quanto durerà?
Di certo non rinunceremo a vedere i nostri colleghi, gli amici o i parenti per conservare una sicurezza che, se non dovesse resistere a qualche sguardo di troppo forse sarebbe davvero effimera. Dovremmo piuttosto sfruttare questa nuova consapevolezza e decretare, ufficialmente, una volta per tutte, che forse quei difetti, o presunti tali, che vediamo sono in realtà frutto di un giudizio personale tutto immaginario.

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Self confidence: come imparare ad accettarsi
Se oggi siamo continuamente a contattato con modelli irraggiungibili e a portata di clic, è anche opportuno sottolineare quanto una brezza rivoluzionaria stia iniziando a tirare nei meandri di tutti i social network. Oggi sono sempre più numerosi i movimenti e le correnti che appoggiano i principi del body positive e la sua missione: ridefinire il concetto di normalità, rappresentando e diffondendo tutti quei modelli fisici spesso messi da parte.
Amarsi per come si è. Accettarsi, anche nella propria diversità, abbandonando l’idea di perfezione e festeggiando quella che è la vera bellezza: non tanto una rappresentazione fisica quanto più possibile manchevole di difetti, bensì l’impagabile sensazione di sentirsi a proprio agio, nei propri panni.
Come la gratitudine ha aiutato l’autostima
Oltre alla mancata socialità, c’è un altro fattore ha contribuito al self love indotto dalla quarantena: la gratitudine. Probabilmente non c’è mai stato un periodo che ci abbia fatto sentire in dovere di amare il nostro corpo in salute, indipendentemente dalle sue forme, siamo stati più consapevoli che mai del dovere che abbiamo di preservarlo e non darlo per scontato.
Il distanziamento sociale ci ha fornito uno spazio di riflessione talmente ampio da farci ravvedere anche su una convinzione così radicata e erronea. Ora è giusto prendere il bagaglio di esperienza dell’anno appena passato, senza dimenticarci degli insegnamenti che questo difficile periodo ci ha fornito, e iniziare il nuovo anno col piede giusto, pieni di fiducia in noi stessi e con una nuova radicata consapevolezza.
Per stare al meglio

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