Disturbi intimi
Perché per alcuni è difficile fare attività fisica?
La risposta all’annosa domanda è nella ricerca di Emily Balcetis, psicologa sociale che ci spiega come mai per alcuni è molto più difficile entrare in quell’agognato circolo virtuoso
Praticare sport per alcuni sembra facilissimo. Per altri è la cosa più difficile del mondo. Altri ancora portano avanti con fatica una routine che non riescono mai a interiorizzare bene, praticano sport con costanza, ma senza entrare in quel leggendario mood: “senza non saprei stare”.
Indipendentemente dalla vena atletica, che può essere più o meno spiccata, com’è possibile che per alcuni praticare attività sportiva sia parte di una normale routine e che invece per altri risulti così faticoso?
Dove trovare la motivazione per l’attività fisica
Non si tratta di fatica, né di predisposizione, per riuscire a eliminare, o almeno a diminuire, la fatica che si prova facendo sport, bisogna concentrarsi sulla vista.
Il senso dei sensi. Quello più importante, la percezione all’impatto con qualsiasi cosa, oggetti, persone, situazioni, la vista è il primo filtro d’analisi. La prima cosa da dire è che questo strumento non è tanto oggettivo quanto siamo abituati a pensare.
Se prendiamo in esame tutto quello che può rientrare in un campo visivo è giusto dire che, in realtà, quello che metteremo a fuoco è una superficie molto più circoscritta di quella che crediamo, piccola tanto quanto il pollice se allunghiamo il braccio davanti a noi, mentre tutto il resto appare sfuocato. L’operazione di messa a fuoco, ovviamente, avviene in modo molto immediato, e per scegliere cosa guardare, cosa ci interessa, l’occhio chiede aiuto alla mente.
Ed è proprio con la vista che sarà possibile costruire la motivazione per l’attività fisica.
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La ricerca di Emily Balcetis: la percezione della distanza
Partendo dai sopracitati assunti, la ricercatrice e psicologa sociale Emily Balcetis, ha condotto due importanti esperimenti su un campione di volontari, riuscendo a mettere insieme interessanti dati e una teoria che potrebbe aiutare a trovare la giusta motivazione per fare sport.
Indipendentemente dalla provenienza, dalla cultura, o dalla classe sociale, ogni giorno ci sono moltissime persone che si impegnano per raggiungere il peso forma, e molte di più ancora ne parlano o pensano di farlo. In pochissimi però portano avanti il piano con successo. Perché?
La risposta non è semplice: è questione di cosa guardiamo, alcuni possono vedere l’attività fisica come un proposito assolutamente difficoltoso da portare avanti, per altri è di gran lunga più facile.
Nell’esperimento condotto da Emily Balcetis è stato preso in esame un campione di persone in buona forma fisica, senza particolari problemi di peso. A tutti sono state misurate le circonferenze della vita e dei fianchi, le due misure di ogni esaminato sono state messe in rapporto tra loro: quelli il cui rapporto era più basso avevano una forma fisica migliore, rispetto a quelli con un rapporto più alto.
È stato scelto un breve tracciato da percorrere a piedi, alla fine del quale si ergeva la scritta “traguardo”, a tutti i partecipanti è stato chiesto di camminare fino alla scritta, trasportando dei pesi, una specie di gara.
Prima della partenza però, è stato chiesto ai tester di stimare la distanza che avrebbero percorso, sapendo che il loro stato fisico avrebbe in qualche modo cambiato la percezione della loro misurazione. Ed è stato così: il rapporto girovita-fianchi aveva predetto la percezione della distanza. I partecipanti fuori forma immaginavano una distanza maggiore, rispetto a quelli più in forma: a seconda dello stato fisico cambiava la percezione dell’ambiente. Il corpo cambiava la percezione della mente.
Per verificare se anche la mente influiva su questo calcolo è stato condotto un secondo esperimento, per capire se coloro che avevano forti motivazioni per fare attività fisica, potevano riuscire a vedere il traguardo più vicino.
In questo secondo esperimento tutti i partecipanti sono stati intervistati riguardo alle loro motivazioni: alcuni hanno detto di non essere troppo motivati perché avevano già raggiunto risultati sufficienti. È stato quindi chiesto nuovamente a tutti di stimare la distanza, e il risultato?
Come nello studio precedente, le persone non troppo in forma vedevano una distanza superiore rispetto agli altri, ma l’esperimento aveva distinto un piccolo sottogruppo di persone fortemente motivate che, pur essendo fuori forma, percepiva il traguardo quasi alla stessa distanza di quelli che avevano una buona forma fisica.
Alla luce dei risultati, sarebbe stato quindi possibile ricavare una sorta di metodo per rendere l’attività fisica più semplice per chi la trova troppo faticosa? Sì.
Il segreto per fare attività fisica senza faticare? Focalizzare l’obiettivo
Grazie ai risultati ottenuti con i due esperimenti è stato studiato un metodo chiamato: “tieni gli occhi sul traguardo”, inteso nel senso meno metaforico e più pratico possibile. Quello che infatti era richiesto a tutti coloro che, durante l’esperimento, dovevano percorrere la distanza, era di concentrarsi unicamente sulla scritta “traguardo”, e lasciare sfuocato tutto il resto.
Questa volta a percepire la distanza minore sono stati coloro ai quali era stato suggerito di seguire il metodo: chi teneva lo sguardo fisso sul traguardo lo vedeva un 30% più vicino rispetto a chi si guardava intorno senza focalizzarsi.
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