Missione benessere

Mammografia: quando, come e perché farla

La mammografia è un esame insostituibile per la prevenzione del tumore al seno, di cui tutto noi non possiamo davvero fare a meno

Secondo i dati dell’AIRC ogni anno in Italia circa 55.000 donne ricevono una diagnosi di tumore al seno: si tratta della neoplasia in assoluto più frequente per incidenza nella popolazione femminile in tutte le fasce di età. Sono numeri importanti che ci fanno paura, ma che al tempo stesso devono farci riflettere e spingerci a fare di più per vedere quel numero diminuire di anno in anno. Gli strumenti per farlo non ci mancano: a parte gli incredibili passi avanti e i progressi della ricerca in questo ambito, anche noi possiamo fare la nostra parte soprattutto in materia di prevenzione. Sicuramente, come diceva un vecchio detto, chi ben comincia è a metà dell’opera: non fumare, non bere alcolici, o almeno non eccedere le dosi massime consigliate, mangiare in maniera salutare, fare attività fisica, praticare l’autopalpazione una volta al mese. Queste sono sicuramente importanti azioni di prevenzione primaria, che ci aiutano a tenere sotto controllo i fattori di rischio, ma da sole non bastano. La prevenzione secondaria è infatti indispensabile: sottoporsi periodicamente ad un serie di esami, prima fra tutti la mammografia, non potrà impedire ad una malattia di svilupparsi, ma permette di diagnosticarla e curarla in una fase precoce, aumentando notevolmente le probabilità di guarigione.

Che cos’è la mammografia?

La mammografia è un esame radiografico fondamentale per la prevenzione del tumore al seno, perché consente di effettuare uno studio morfologico della mammella e di visualizzare precocemente la presenza di noduli non ancora palpabili che possono essere dovuti alla presenza di un tumore.

Il mammografo è uno strumento radiologico che, proiettando dei raggi X direttamente sulla nostra mammella, è in grado di “leggerla” e di restituirci un’immagine in “formati” diversi in base al tipo di mammografia che viene effettuata:

  • Mammografia standard: l’immagine viene impressa su una lastra
  • Mammografia digitale: l’immagine viene memorizzata su un dispositivo elettronico
  • Mammografia in tomosintesi: è una mammografia a raggi X tridimensionale che, grazie alla sua altissima risoluzione, consente di scomporre lo spessore della mammella in diversi strati migliorando la visualizzazione. In sintesi, permette allo specialista di vedere “di più e meglio”. Si tratta di un esame sempre più diffuso perché rispetto alle metodiche tradizionali è più sensibile, e quindi consente una maggiore capacità di diagnosi, e più specifico, ovvero in grado di riconoscere i falsi positivi.

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Quando fare la mammografia?

Questo esame è indicato a tutte le donne che hanno superato i 40 anni, indipendentemente dalla presenza di sintomi o di casi di familiarità in famiglia, perché a partire da quest’età le probabilità di insorgenza di un tumore al seno sono, purtroppo, in progressivo aumento. In caso di familiarità, dovremmo invece anticipare l’esame di qualche anno, iniziando con i controlli già a partire dai 35 anni. Per le donne che hanno una mammella poco densa o che non hanno familiarità per tumore mammario, questo appuntamento può essere fissato ogni due anni; mentre per le donne con un seno particolarmente denso l’appuntamento è a cadenza annuale, ma sempre rispettando un intervallo di tempo che non deve mai essere inferiore ai 12 mesi per motivi di radio-protezione.

Come si fa la mammografia?

Se stai già pensando a come poter incastrare tutti i tuoi impegni per riuscire a farci stare dentro anche la mammografia, non devi preoccuparti: l’esame ti ruberà al massimo 30 minuti del tuo tempo, non richiede nessuna preparazione, anche se alcuni studi suggeriscono che potrebbe essere più efficace se effettuata nella prima fase del ciclo mestruale, e non prevede un periodo di osservazione, quindi terminato l’esame potremo ritornare immediatamente ad occuparci dei nostri impegni senza particolari accortezze.

Se vogliamo stare più comode, scegliamo un outfit che non preveda un vestito intero, ma una maglietta abbinata a gonna o pantaloni, così potremo toglierci velocemente solo quella, insieme al reggiseno, e saremo pronte per effettuare l’esame. Nulla di complicato: ci posizioniamo in piedi davanti al mammografo e, seguendo le istruzioni e le indicazioni del tecnico radiologo, appoggiamo su un apposito sostegno (in termine tecnico detettore) una delle due mammelle, che verrà compressa per pochi secondi tramite una piastra di plastica (il compressore, per l’appunto). Sicuramente farsi “schiacchiare” il seno tra due lastre plastificate, non rientra nella nostra idea di “piacevole”; ma si tratta di una leggera e breve compressione che generalmente non provoca grandi disagi. È un piccolo fastidio necessario: consente infatti di ottenere un’immagine di qualità, perché mantiene immobile il seno, e di utilizzare dosi più basse di radiazioni, perché riduce lo spessore della mammella e di conseguenza la dose da erogare. Normalmente per ogni mammella vengono eseguite due proiezioni, una dell’alto e l’altro di lato, per un totale di quattro radiografie; ma se necessario, lo specialista potrebbe eseguire ulteriori proiezioni per individuare con certezza eventuali anomalie. Una volta terminato l’esame non ci rimane che rivestirci e chiedere come e quando verranno comunicato gli esiti, le tempistiche non solo uguali per qualsiasi struttura e possono variare da poche ore ad alcune settimane.

Cosa succede se l’esito della mammografia è positivo?

Nel caso in cui la mammografia segnali eventuali anomalie, verremo ricontattate per effettuare ulteriori accertamenti. É normale che una chiamata del genere ci provochi ansia o timore, ma non pensiamo subito al peggio: la mammografia è un esame che consente di individuare patologie che non hanno nulla a che vedere con un tumore, ed è quello che avviene nella maggior parte dei casi. In base all’esito, sarà il medico che sceglierà a quale accertamento dovremo sottoporci.

Mammografia di approfondimento

Si tratta di mammografie particolareggiate che, attraverso immagine ingrandite o ulteriori proiezioni, riescono a valutare in maggior dettaglio lesioni di piccole dimensioni o localizzate in sedi in cui la mammografia standard non riesce ad arrivare.

Ecografia

È un esame per immagini che utilizza ultrasuoni emessi a bassa frequenza e ad alta intensità, che rimbalzano sui tessuti della zona da esplorare producendo diversi tipi di eco che formano l’immagine. Oltre ad essere eseguita come esame complementare alla mammografia per completamento diagnostico, è raccomandata come controllo periodico, a cadenza annuale, a tutte le donne tra i 30 e i 40 soprattutto in presenza di importante familiarità.

Visita senologica

Durante questo esame clinico, il medico specialista valuta la forma, le dimensioni, la simmetria e la cute di entrambe le mammelle ed esegue la palpazione per una valutazione più approfondita e completa.

Perché sottoporsi a mammografia?

A volte noi donne guardiamo a questo esame con sospetto, ma non dovremmo perché la mammografia è l’unico esame efficace per la diagnosi precoce dei tumori e grazie ai programmi di screening eseguiti negli ultimi 30 anni, molti dei quali gratuitamente, la mortalità per tumore della mammella si è ridotta di circa il 40%. Se avessimo ancora qualche dubbio, proviamo a fare ulteriore chiarezza:

  • Se il timore è che possa essere pericolosa per la salute, teniamo presente che come tutti gli esami che utilizzano raggi X, la mammografia comporta un minimo rischio biologico, ma è praticamente pari a 0 una volta superati i 40 anni. Per avere un’idea, questo rischio è stato paragonato da alcuni studiosi a quello del fumo di 1 sigaretta e mezza o a quello dovuto all’aria che si respira in due giorni in una grande città.
  • Non stiamo dicendo che per certo non sarà dolorosa, anche perché la sensibilità al dolore è soggettiva: alcune donne potrebbero non sentire alcun fastidio, per altre potrebbe essere più dolorosa. Non è comunque un esame che prevede anestesie o sedazioni, possiamo quindi tranquillamente andare alla visita da sole e star certe che il dolore non corrisponde ad alcun danno.
  • È un esame che va bene per qualsiasi tipologia di seno: piccoli, grandi e anche con protesi.
  • È un esame decisamente attendibile, ma come ogni cosa, non è infallibile perché molto dipende dalla qualità della mammografia, dalla capacità del medico di interpretarla e dal tipo di mammella. Per questo si ricorre agli ulteriori accertamenti, come l’ecografia, che però non possono sostituire in alcun modo la mammografia, ma solo completarla.

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